COSENZA «Presunte irregolarità nei moduli di acquisto, contratti di affitto non rispettati, assegni emessi senza avere soldi sul conto corrente e un maxi-esposto collettivo che sarà presentato nei prossimi giorni alla procura di Prato dall’associazione dei consumatori Aduc». È l’edizione fiorentina di Repubblica a raccontare il caso del pellet della Cam Stufe e Pellets di Prato, da cui centinaia di consumatori avrebbero acquistato il materiale per combustione nelle stufe senza mai ricevere il prodotto, né tantomeno il rimborso. La vicenda ora si arricchisce di nuovi particolari dopo le numerose denunce tra Toscana, Umbria e Emilia Romagna e l’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Prato.
La Cam Stufe e Pellets nello scorso dicembre aveva aperto un punto vendita a Prato (poi chiuso a causa di uno sfratto) e lanciato una campagna di promozione dei suoi prodotti con pellet a prezzi scontati ma acquistabile solo a bancali. E la società a cui fa riferimento la Cam Sufe e Pellets è la Cam Costruzioni Holding srl con sede a Mendicino, in provincia di Cosenza. «Un piccolo paesino di 9 mila abitanti – spiega a Repubblica Laura Cecchini, avvocato dell’Aduc – in cui dalle visure che abbiamo fatto risultano esserci diverse società di vendita di pellet che poi sono state dichiarate fallite. Tutte hanno sedi lì». Contattati telefonicamente gli amministratori della Cam assicurano non si tratti di una truffa, ma che i rimborsi ai circa mille clienti saranno fatti in due tranche. «Per ora – spiega però Gabriele Beccai, tra i toscani che avevano acquistato pellet – sono stati solo parziali e neanche l’autotrasportatore che doveva portarlo dalla Polonia risulta essere stato pagato». L’Aduc sta raccogliendo in queste ore le segnalazioni provenienti da mezza Italia e fornirà assistenza legale gratuita: «Alcuni sono disabili, altre sono persone che cercavano di risparmiare perché non hanno molti soldi e che invece sono stati costretti a pagare nuovamente per comprare altro pellet», spiega Cecchini.
Stando a quanto riferito dall’Aduc la società calabrese avrebbe assegni protestati per 70mila euro. E sugli stessi moduli d’acquisto firmati dai consumatori l’associazione dei consumatori rileva: «Venivano inviati alla mail degli utenti con già barrata la modalità di pagamento tramite bonifico, non permettendo ai clienti di scegliere». Amministratrice unica della Cam Costruzioni Holding srl risulta essere l’avvocato Ada Di Leone. «Il suo nome, con la partita Iva presente sul sito della società, appare anche in un documento della Regione Calabria del maggio 2016 in cui la giunta delibera un finanziamento di 430mila euro e un contributo di 10mila euro nell’ambito delle risorse del Fondo occupazione». «La carica di amministratore unico – spiega però l’Aduc – è incompatibile con quella di avvocato. Mentre lo studio di Di Leone risulta essere la stessa sede dell’azienda».
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