RENDE Lunedì è il gran giorno. All’Unical è prevista la «procedura selettiva per la copertura di 14 posti di ricercatore a tempo determinato» del dipartimento di Ingegneria civile. Ed è un giorno sul quale si concentrano molte attenzioni. Quella di uno dei partecipanti è riassunta in un’istanza di ricusazione per il professor Paolo Veltri, direttore del dipartimento e commissario nella terna che giudicherà i candidati. Prima ancora di iniziare, dunque, la procedura è chiacchierata. E le “chiacchiere” sono state messe nero su bianco in una lettera spedita il primo novembre a rettore, direttore generale, responsabile delle Risorse umane e responsabile del procedimento. Non è in questione la competenza del prof. Chi firma l’esposto, però, crede che Veltri si sarebbe dovuto astenere perché incompatibile con l’incarico e anche «ai sensi della disciplina regolamentare di Ateneo, compresa quella inerente il conflitto di interessi». È questa l’espressione chiave dell’istanza: tra la posizione di Paolo Veltri e la carriera di uno dei candidati ci sarebbero troppi incroci. Prove di una vicinanza professionale che rischia di diventare ingombrante. E qui le “chiacchiere” si trasformano in curriculum. L’aspirante ricercatore che chiede la ricusazione, infatti, ha scaricato il cv di uno dei suoi “avversari” nella prova dal sito della Camera di commercio di Vibo Valentia e lo ha letto con attenzione. Anche in questo caso, una precisazione: non siamo davanti a storie come quelle che si incontrano nei corridoi della Cittadella regionale, dove bastano un paio di paginette a raccontare le competenze di un superconsulente. Qui siamo davanti a decine di pubblicazioni, tesi firmate da corelatore, borse di studio e assegni di ricerca. Non si mettono in dubbio le capacità: il problema è un (presunto) conflitto di interessi. Vediamo perché. Intanto, «il candidato e il commissario Veltri sono coautori di ben 28 pubblicazioni». Il professore, poi, è stato relatore della tesi di laurea dell’aspirante ricercatore e anche della sua tesi di dottorato di ricerca. D’altra parte, il candidato è «collaboratore didattico e corelatore di più tesi di laurea unitamente al professor Veltri» e «ha collaborazioni professionali – private – con lo studio tecnico Calomino&Veltri».
Non per buttarla in filosofia, ma può un maestro giudicare se il proprio allievo merita un posto da ricercatore, con la possibilità di diventare professore associato? Secondo il candidato che ha firmato il ricorso non può. E c’è un orientamento del Tar Sicilia – anch’esso riportato nell’istanza di ricusazione – che pare confortare questa tesi quando sostiene che «… per garantire la par condicio nelle procedure concorsuali, i commissari si devono astenere ogni qual volta sia ipotizzabile anche solo un potenziale conflitto di interessi con uno dei candidati». C’è di più, perché «l’esistenza di un rapporto di collaborazione costante (per non dire assoluta) determina necessariamente un particolare vincolo di amicizia tra i detti soggetti, che è idonea a determinare una situazione di incompatibilità dalla quale sorge l’obbligo di astensione del commissario, pena, in mancanza, il viziare in toto le operazioni concorsuali».
A Veltri, in sostanza, viene chiesto un passo indietro (e citare il Tar è un po’ come annunciare un ricorso alla giustizia amministrativa, qualora il passo indietro non arrivasse) anche per la «incontrovertibile sussistenza di rapporti anche di tipo economico tra il commissario e il concorrente». Una bella grana per il rettore e il management dell’Unical, ai quali si chiede – in caso di ricusazione – «che la procedura di composizione della nuova commissione o sostituzione dello stesso (Veltri, ndr) non potrà avvenire mediante la procedura d’urgenza prevista nel relativo regolamento, in quanto lo stesso docente è anche direttore del dipartimento (e la procedura prevede la sostituzione proprio con il direttore del dipartimento, ndr)».
Sullo sfondo c’è il solito contrasto molto calabro tra legittimità della procedura e opportunità della scelta. Ma restano poche ore per sciogliere i dubbi. Il gran giorno è molto vicino.
p. p. p.
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