CATANZARO Non sono passate le parole di Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, sull’attività del comitato per la tutela del San Giovanni, il movimento che si sta opponendo alla concessione in comodato d’uso da parte del Comune all’università “Magna Graecia” del complesso monumentale per trasformarne una parte in una sede distaccata dell’ateneo.
Durante la conferenza stampa di presentazione di alcune convenzioni per gli studenti, Abramo aveva infatti spiegato di non comprendere le motivazioni della protesta, arrivando addirittura a parlare di «interessi personali» dietro al comitato come unica motivazione plausibile all’opposizione al progetto che lui stesso ha fortemente sponsorizzato.
La replica del comitato non si è fatta attendere ed è stata affidata ad una nota stampa: «Leggiamo con rammarico e tanta amarezza le insinuazioni del sindaco Sergio Abramo circa presunti interessi personali nell’attività svolta per tutelare il Complesso monumentale del San Giovanni di Catanzaro dall’occupazione delle sale del piano terra da parte dell’Università “Magna Graecia” – scrivono i rappresentanti -. Rammarico perché il sindaco si è sempre sottratto al confronto sui contenuti e non ha mai inteso rispondere alle domande, petizioni, diffide che pur abbiamo fatto con dovizia di argomentazioni tecniche e giuridiche. Amarezza perché l’insinuazione di un interesse personale nella battaglia per salvaguardare la storia e l’identità di un luogo simbolo della città, ci offende ed offende i tantissimi catanzaresi che hanno espresso la loro contrarietà al progetto di allocare l’alta formazione ed i master universitari all’interno del “San Giovanni”.
«Chiarisca, quindi, il nostro sindaco a cosa si riferisce quando parla di interessi personali del nostro comitato – prosegue la nota -. È inutile e qualunquistico l’atteggiamento che sta mettendo in campo contro di noi, sol perché abbiamo una idea diversa da lui. Per lui si chiama difesa di interessi, per noi si chiama democrazia. Venga a confrontarsi sui temi e dia risposta alle numerose domande che gli abbiamo posto con estrema pacatezza e volontà di dialogo. Perché il San Giovanni? Perché non utilizzare piuttosto altre strutture cittadine disponibili e idonee? In che modo gli studenti dovrebbero svolgere le loro funzioni in sale non idonee per oggettiva carenza dei requisiti di legge (tant’è che lo stesso Ufficio tecnico dell’Umg ha espresso parere non favorevole in data 12.09.2016)? Perché questa urgenza nel depotenziare e snaturare il luogo che rappresenta la nostra storia ed il nostro presente culturale? Invitiamo il Sindaco a rispondere nel merito, rendendosi disponibile ad un confronto pubblico, senza alcuna acrimonia e senza preconcetti. Per capire, capirci e confrontarci nel solo interesse della cittadinanza. Magari potrà scoprire che c’è ancora una parte della città che non agisce in funzione di interessi corporativi, di quartiere o di cricca ma per il solo benessere del capoluogo di Regione. Attendiamo sua risposta».
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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