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Il pregiudicato calabrese nell'affaire Corona

MILANO Nella compravendita della casa sequestrata a Fabrizio Corona spunta anche il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo che sarebbe stato beneficiario di parte dei pagamenti. Il risvolto emerge d…

Pubblicato il: 07/11/2016 – 13:04
Il pregiudicato calabrese nell'affaire Corona

MILANO Nella compravendita della casa sequestrata a Fabrizio Corona spunta anche il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo che sarebbe stato beneficiario di parte dei pagamenti. Il risvolto emerge dal decreto di sequestro firmato dai giudici del Tribunale di Milano sezione misure di prevenzione, che ricostruiscono tutte le fasi del complicato affare. L’immobile era intestato fino al 2008 a un commercialista milanese, Luca De Filippo, col quale Corona tratta in prima battuta per l’acquisto. Il 13 febbraio 2008 De Filippo vende l’appartamento a due coniugi calabresi e con loro il 3 marzo del 2008 Corona firma il rogito davanti a un notaio di Reggio Calabria. L’acquisto avviene tramite la “testa di legno” Marco Bonato a cui viene intestata la casa per sottrarre la casa ai creditori di una società di Corona. Secondo i giudici, i coniugi calabresi si sarebbero interposti in modo fittizio alla vera parte venditrice identificabile sempre in De Filippo. A questa stranezza, scrivono i magistrati, si aggiungono «ulteriori ragioni di singolarità consistenti nella verosimile destinazione di buona parte delle somme corrisposte a un pregiudicato di origine calabrese, Vincenzo Gallo, piuttosto che ai coniugi che hanno formalmente venduto». Corona aveva raccontato agli inquirenti di avere ricevuto parte del denaro per pagare l’appartamento, «300mila euro in contanti» da «amici» di cui però «non ha saputo declinare le generalità». Secondo i magistrati, Corona era amministratore di fatto e di diritto della Fenice srl, una delle sue società fallite, e il denaro per l’acquisto sarebbe frutto di un’appropriazione indebita ai danni di questa società che in effetti «non ha mai deliberato l’acquisto, né è stata intestataria dell’appartamento».
I soldi utilizzati per la compravendita provengono dai conti della Fenice, annotano i giudici, «a partire dagli 1,1 milioni di euro suddivisi in 22 assegni circolari di 50mila euro ciascuno emessi il 26 febbraio 2008» che «risultano ritirati in banca dall’avvocato Tommaso Delfino su delega di Corona». E «sono stati versati su un conto cointestato a due coniugi calabresi nei giorni successivi in favore del pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo, che appare così il beneficiario finale del pagamento». La famiglia Gallo è stata coinvolta nell’indagine della Procura di Roma su presunte irregolarità nella gestione degli appalti delle Grandi Opere che ha portato a 21 arresti nei giorni scorsi.

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