ROMA Nelle aree a maggiore rischio sismico (zona 1) ci sono 1,9 milioni di case, oltre la metà (il 52,5%) costruite prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, cioè prima del 1971. Così l’Istat in audizione alla Camera sulla manovra, riportando l’integrazione tra zone sismiche e censimento 2011 con i dati aggiornati dopo la scossa del 30 ottobre che ha devastato Norcia e la Valnerina. Oltre il 45% di queste abitazioni costruite prima del ’71 si trovano in Calabria, il 13% in Campania. Per la Calabria il dato è preoccupante: si tratta di quasi 450mila case realizzate in un’area ad alto rischio su parametri “vecchi”, quelli di una normativa antisismica che non c’è più. I numeri dell’Istat, insomma, gettano una luce inquietante sullo stato dell’arte delle costruzioni nella regione.
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