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Disdicevole il convegno per il Sì della Lorenzin

Di seguito pubblichiamo la lettera aperta al ministro della Salute e al presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Calabria firmata dal segretario aziendale dell’Anaao-Assomed per l’Ao di Reggio, …

Pubblicato il: 08/11/2016 – 13:54
Disdicevole il convegno per il Sì della Lorenzin

Di seguito pubblichiamo la lettera aperta al ministro della Salute e al presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Calabria firmata dal segretario aziendale dell’Anaao-Assomed per l’Ao di Reggio, Gianluigi Scaffidi.

Ho trovato assolutamente disdicevole che il presidente dell’Ordine cui, ahimè, sono iscritto abbia organizzato un convegno sul prossimo referendum sulla riforma costituzionale invitando due autorevolissimi esponenti politici e istituzionali schierati entrambi per il Sì e nessuno che rappresentasse le ragioni del No. Il presidente e il Consiglio devono ricordare di non essere i padroni dell’Ordine bensì i temporanei amministratori di un grande condominio in cui convivono giovani, anziani, occupati, precari, inoccupati, pensionati, ospedalieri, specialisti ambulatoriali e liberi professionisti, medici di medicina generale e medici di ogni specialità che hanno tutti la propria idea politica sulle cose generali ed in particolare sulla sanità. L’Ordine non rappresenta soggetti appecoronabili sul Sì o sul No ma una variopinta categoria che avrebbe avuto il diritto di assistere ad un confronto tra esponenti delle due tesi sul referendum e non una sola parte. Si chiama “democrazia” e “rispetto degli iscritti all’Ordine”.
Peraltro, di fronte a due così autorevoli personaggi, che hanno tenuto una sorta di lectio magistralis, senza confronto, su quanto sia bello il si vi era una scarsissima platea segno di non condivisione della faziosa iniziativa dell’Ordine. L’iniziativa era organizzata, con originale senso della democrazia, senza che fosse previsto alcun dibattito che, invece, il Ministro Lorenzin ha cortesemente accettato replicando allo scrivente su alcune domande affermazioni.
Al ministro ho ricordato che essendo venuta tre anni fa a Reggio Calabria per dirci che Scopelliti era il migliore commissario del mondo e che con lui la sanità stava facendo passi da gigante mal si confaceva la Sua affermazione che prima c’era il caos e da quando ci sono i Suoi commissari tutto va bene. Forse un po’ di memoria e di coerenza, merce rara per un politico, non avrebbe guastato.
Ho dimostrato al ministro come il fondo sanitario nazionale sia bloccato per quattro anni, segno di scarsa attenzione di questo governo per la sanità, senza che ciò destasse alcuna preoccupazione del silente presidente dell’Ordine. Altro che grande interesse del governo per la salute dei cittadini.
Ho dimostrato come per il funzionamento della sanità regionale occorrano, per come relazionato dagli stessi commissari governativi, l’assunzione di oltre 1200 figure professionali negli ospedali che, oggi, lavorano in piena violazione di una legge dallo stesso governo emanata nel novembre 2014 ed inderogabilmente entrata in vigore da un anno (25 novembre 2015). Per inciso, in un anno il Governo non ha trovato il tempo di attivare le procedure che, oggi, con enorme ritardo ed in violazione di legge sta attivando nel mentre in soli 25 minuti il Consiglio dei ministri ha trovato il tempo per salvare, derubando 130mila famiglie, le famose quattro banche di cui capofila era la Banca Etruria Boschi che i verbali dicono essersi addirittura allontanata dalla sala del Consiglio al momento della deliberazione. Che grande senso per lo Stato e per le Istituzioni e che grande rispetto per i derubati!
Ho dimostrato le assurdità delle scelte dei commissari inviati dal Ministro evidenziando, fra tutte, il vero e proprio atto criminale della cancellazione, nella provincia di Reggio, di due punti nascita lasciando i 1600 parti da questi in precedenza effettuati a gravare sui tre punti nascita pubblici già in gravi difficoltà organizzative a tutti note ed, addirittura, dichiarati privi dei requisiti di legge, cosa ben conosciuta dagli stessi commissari.
Ho menzionato il fatto che, con tutti i problemi che ha l’Ospedale (in primis questo dei punti nascita sui quali il direttore generale non ha profferito parola così come ugualmente silente è stato per lo scippo dei posti letto di Reumatologia regalati al privato) lo stesso direttore generale, peraltro autore della stipula di un contratto illegittimo con il suo direttore amministrativo, si preoccupa di chiedere l’autorizzazione per espletare il concorso di primario geriatra senza che esista, se non sulla carta, la relativa unità operativa ed ho, infine, sottolineato come la famosa centralità gestionale del Servizio sanitario regionale, attestata dal ministro quale panacea di tutti i mali, in Calabria esista già da sei anni in quanto il regime di commissariamento impone il governo della nostra sanità da Roma.
Non mi pare, però, di intravedere alcuna panacea se non favori agli amici ed informazioni assolutamente false date al ministro nonché una marea cartacea di regole e norme che nessuno rispetta.
Vista l’esiguità del tempo a disposizione ho dovuto saltare molti altri argomenti, in particolare il perché si sia giunti alla inaugurazione della cardiochirurgia tre anni dopo i tempi possibili, anzi dovuti, anche per responsabilità dello stesso Ministro della Salute.
In conclusione, ho evidenziato la finta guerra tra commissari e presidente della Regione laddove, per esempio, gli uni si “aggiustano” le cose di proprio interesse (e la vicenda dei punti nascita argomento realmente carissimo al ministro né è la lampante dimostrazione) e fanno finta di non vedere l’applicazione, da parte di Oliverio, della legge regionale n. 10/2016, di favore alla lobby dei dentisti, che nonostante sia stata impugnata dal Consiglio dei ministri, in cui siede la stessa Lorenzin, sta tranquillamente andando avanti per volere dello stesso Oliverio che, peraltro, non impugna alcun decreto dei commissari anche laddove essi espropriano di precise prerogative istituzionali la giunta e il consiglio regionale. E questa è la guerra tra commissari e Oliverio? Ma mi faccia il piacere!
Ho anche ricordato la nomina da parte della giunta regionale di direttori generali cui l’Anac ha giudicato l’incarico inconferibile – senza che, ovviamente, i commissari muovessero un dito – o di un direttore generale giudicato dal Tribunale depresso (e indennizzato con i soldi dei calabresi) per guidare una unità operativa amministrativa dell’Azienda ma nominato direttore generale della stessa Azienda. Mi sono dimenticato di elencare un direttore generale che è il re dei bilanci in passivo ma che sta sempre lì a fare il direttore generale con grandi apprezzamenti dei commissari. Ecco la finta guerra! Avvertite, però, il povero Magorno, segretario regionale del Pd e renziano della prima ora, che non l’ha ancora capito continuando ad annunciare periodicamente la cacciata dei commissari e facendo la figura dei maghi che sulle tv locali offrono i numeri del lotto!
Forse tutto ciò avrebbe avuto il dovere di dirlo il presidente dell’Ordine ma ha preferito, da cuor di leone, interpretare il proprio ruolo in modo subordinato ad un partito e supino al potere contravvenendo alla figura super partes (ove non capisca il significato mi pregerò di spiegarglielo) che un vero presidente di Ordine dovrebbe mantenere.
Sappia, però, caro ministro che non tutti i medici della provincia di Reggio Calabria sono come il presidente dell’Ordine. Se, come da Lei affermato, vorrà dialogare con lo scrivente al ministero (anche senza Montblanc) al fine esclusivo di costruire un sistema migliore anche illustrandoLe una realtà che, sono certo, Le rappresentano in modo distorto mi dichiaro disponibile fin da subito. Altrimenti ci incontreremo fra altri tre anni per continuare a produrre litri di inutile saliva.

P.S. caro ministro, poiché trattavasi di un convegno meramente politico sulla riforma istituzionale non giudica inelegante la presenza di uno dei Suoi commissari, figura meramente tecnica per l’attuazione del piano di rientro? A mio parere tale presenza è voluta e costituisce la plastica rappresentazione del potere per i “desiderata” dei clienti in avvicinamento al sì referendario.

*Segretario aziendale Ao di Reggio Calabria e Consigliere nazionale Anaa
o-Assomed

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