LOCRI Ha ucciso la moglie con due colpi di pistola alla testa perché rifiutava l’idea di essere lasciato. Per questo motivo è stato condannato all’ergastolo Giuseppe Pilato, che da oggi, per decisione della Corte d’assise di Locri, perde anche ogni potestà genitoriale sui figli. Una sentenza che accoglie tutte le richieste del pm Rosanna Sgueglia, secondo cui quella di Mary Cirillo – i fatti sono avvenuti a Monasterace – è stata «un’esecuzione» premeditata, progettata nei minimi dettagli da un uomo che ha persino tentato di sottrarsi alla giustizia. Non passa invece la tesi dell’infermità mentale dell’uomo, che i legali hanno tentato di sostenere fin da quando si è costituito. Dopo aver ucciso la moglie con due colpi di pistola al volto, Pilato ha fatto perdere le proprie tracce per cinque giorni, per poi presentarsi insieme ad un legale alla stazione dei carabinieri di Monasterace, sostenendo di non ricordare nulla dei giorni precedenti. Da allora, l’uomo non ha mai confessato l’omicidio della moglie, uccisa il 18 agosto del 2014, mentre in casa c’era il figlio più piccolo dei due, che all’epoca aveva poco più di un anno. A trovare il cadavere della madre invece è stata la figlia maggiore, di soli dieci anni. I due bambini sono stati ascoltati in audizione protetta come testimoni durante un dibattimento lungo e complicato, che per circa un anno ha visto sfilare i testi di accusa e difesa di fronte alla Corte d’assise.
a. c.
x
x