Caso Cedolia, l'Appello dà torto all'ex manager

COSENZA La sezione Lavoro della Corte d’Appello di Catanzaro, condividendo le tesi del difensore dell’Asp di Cosenza Giovanni Spataro, ha accolto i ricorsi in appello proposti dall’ente avverso le sentenze numero 1628/2014 e numero 662/2015 del Giudice del Lavoro di Cosenza. Con la prima il Tribunale, accogliendo il ricorso proposto da Flavio Cedolia, ex direttore amministrativo dell’Azienda, aveva dichiarato l’illegittimità della revoca del manager dall’incarico, condannando l’Asp anche al risarcimento del danno, commisurato in 214mila euro. Con la seconda sentenza, la numero 662/2015, il Tribunale cosentino, dando sempre ragione al Cedolia, aveva anche dichiarato l’illegittimità della delibera con cui l’Asp aveva annullato la nomina del suddetto alla carica in questione, per carenza ab origine dei requisiti di legge. La Corte d’Appello ha completamente “ribaltato” le sentenze di primo grado, condannando Cedolia anche al pagamento delle spese dei due gradi di giudizio.
Negli scorsi mesi l’Asp aveva disposto il pagamento di 214mila euro nei confronti dell’ex manager in seguito alla sentenza esecutiva del Tribunale di Cosenza, provocando la reazione del commissario al Piano di rientro Massimo Scura. Scura, infatti, in una lettera inviata al direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale Raffaele Mauro, aveva espresso le proprie perplessità in merito all’azione dell’Asp bruzia. La missiva risale alla prima metà di agosto. Il commissario riteneva «intempestivo e inopportuno procedere a un pagamento a ridosso dell’udienza di merito, soprattutto a favore di un soggetto esterno all’azienda». E chiedeva, senza mezzi termini, a Mauro di bloccare la delibera in attesa di approfondimenti. Giovedì la sentenza della Corte d’Appello.