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Il Por, il Pon (perso sull’energia) e il post (della dirigente)

Ormai il doppio binario comunicativo è diventato moda tra i dirigenti della Regione Calabria: si utilizza il canale istituzionale per diffondere la versione ufficiale di un fatto o di una vicenda; …

Pubblicato il: 10/11/2016 – 19:34
Il Por, il Pon (perso sull’energia) e il post (della dirigente)

Ormai il doppio binario comunicativo è diventato moda tra i dirigenti della Regione Calabria: si utilizza il canale istituzionale per diffondere la versione ufficiale di un fatto o di una vicenda; poi si va sui social per approfondire la stessa vicenda e lo stesso fatto “arricchendo” il tutto con le proprie esternazioni e qualche insulto.
In mezzo ci finiscono i giornali “colpevoli” di aver riportato fatti (e non bufale) corredandoli da documenti ufficiali (e non chiacchiere da sala da the). Da ultimo ci capita che aver ospitato un documento ufficiale del ministero per lo Sviluppo economico che spiega le ragioni per le quali la Calabria sarà l’unica Regione a non attingere a fondi Pon per l’energia, ci porta a dover subire le insolenze di una dirigente regionale che non contesta il Mise ma attacca i propalatori di “bufale”, cioè i reietti del Corriere della Calabria. Eppure le ragioni della Regione le abbiamo ospitate e in quelle non troviamo traccia di ciò che, invece compare nel ruvido argomentare “postato” sui social.
Eccolo:

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Si desume dalla lettura, che la programmazione dei fondi Por non è una scelta della politica ma di un dirigente. Si desume, inoltre, che Terna e Enel sono entità esterne e, in nome del populismo casereccio, non meritano di poter contare sui soldi «dei calabresi».
Cosa più grave, però, vien fuori che la nostra burocrazia regionale prende fischi per fiaschi e ha difficoltà anche a districarsi con un semplice acronimo: Por sta per “Piani operativi regionali” mentre Pon sta per “Piani operativi nazionali”. Differenza di non poco conto atteso che i Por sono soldi nella disponibilità della Regione mentre i Pon sono dello Stato: ergo abbiamo mandato a Basilicata, Campania e Puglia soldi dello Stato che potevano in quota parte andare anche alla Calabria. Tutto qui.
Non bastasse però, visto che qualcuno vuole tirarci per la giacchetta, anche nel merito sono state dette e scritte corbellerie gravissime. Lo spiega il professore Daniele Menniti, docente dell’Unical in materie energetiche che così commenta – su un gruppo di discussione dell’ateneo – la replica (quella ufficiale) della Regione:

«Peccato, la toppa è peggiore del buco e denota la profonda ignoranza sull’argomento.
Maldestro tentativo di confondere le idee.
1. Nell’articolo origine del tutto si parla di fondi destinati alle smart grid e non alle reti di distribuzione classiche. Le Smart grid hanno innumerevoli e incredibili implicazioni dal punto di vista dello sviluppo delle piccole e medie imprese che operano sul territorio;
2. In regioni con alta concentrazione di fonti rinnovabili e ancora piene di potenzialità sostenere e incentivare aziende locali nel settore delle smart grid ed in particolare delle microgrid e nanogrid avrebbe consentito a queste ultime la possibilità di entrare in un mercato globale (si pensi alle tecnologie elettroniche e dell’Ict sviluppabili in loco) che sta esplodendo. Solo la profonda ignoranza sul tema, che fa ancora parlare di reti di distribuzione, può giustificare il non aver destinato risorse por nel settore;
3. Prova di ciò è appunto il fatto che tutte le altre regioni in condizioni analoghe alla nostra hanno fatto la scelta opposta;
4. Prossimamente usciranno bandi Pon connessi al cluster energia che richiede un endorsement delle Regioni. Ma se queste sono le premesse è anche facile capire quali potranno essere i risultati;
5. Ancora una volta l’ignoranza su alcuni temi strategici rischierà di far perdere una grande opportunità di sviluppo alla regione. Per questa colpevole ignoranza accadrà come per l’eolico. Una regione invasa da turbine realizzate altrove in Europa e che, generando energia, hanno prodotto profitti enormi a grandi gruppi finanziari lasciando alla nostra regione solo briciole e, in alcuni casi, solo l’inevitabile impatto paesaggistico».

Come concludere? Facciamolo nello stile “social”…
W la Regione Calabria. W la burocrazia regionale. W i funzionari esperti… in bufale autoprodotte.

direttore@corrierecal.it

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