CATANZARO È del tutto politica la vicenda che riguarda la legge su “Catanzaro Capoluogo” proposta dal sindaco Sergio Abramo e del presidente del consiglio comunale Ivan Cardamone. Dopo la presentazione della prima bozza del disegno di legge avvenuta qualche giorno fa, nella mattinata di lunedì il primo cittadino ha incontrato alcuni consiglieri regionali per illustrare la bozza e gettare le basi per la sua approvazione in consiglio regionale.
All’incontro hanno preso parte oltre ad Abramo e a Cardamone, anche Vincenzo Pasqua (Oliverio Presidente), Michele Mirabello ed Enzo Ciconte (Pd), Arturo Bova (Democratici Progressisti), Flora Sculco (Calabria In Rete), Domenico Tallini (Forza Italia), Sinibaldo Esposito (Ncd) e Pino Tomasello (Pd, delegato dal presidente della Provincia Enzo Bruno). La riunione si è protratta per circa tre ore, al termine Abramo si è detto «soddisfatto per la discussione che ne è scaturita. Personalmente devo dire che c’è la massima disponibilità a rivedere i contenuti del testo affinché si possano accorciare i tempi per la presentazione in consiglio regionale. È stato importante l’incontro di oggi perché si è avviata una discussione sull’area centrale della Calabria. Ricordo che questa legge non prevede di mettere in discussione situazioni acquisite come ad esempio la sede del Consiglio regionale, ma si tratta di un testo con cui dare dignità al capoluogo di regione».
A fare eco alle parole di Abramo, quelle di Flora Sculco che ha affermato: «Sosterrò l’approvazione della legge in Consiglio regionale: credo che il testo si possa migliorare in alcuni punti, ma credo che la legge possa aiutare a compattare l’area centrale della Calabria che comprende le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia». L’aperto endorsement di Sculco al disegno di legge, accolto con entusiasmo e interesse da parte di Abramo, si discosta e di parecchio dalla posizione della maggioranza in consiglio regionale. A sottolineare la distanza è la stessa consigliera che ha spiegato come nel corso della riunione siano «state espresse alcune posizioni contrarie all’opportunità di sottoporre al consiglio regionale la questione a pochi mesi dalle elezioni amministrative a Catanzaro. Io però ritengo che la scadenza elettorale non debba indurre un sindaco a smettere di governare: la Calabria non può attendere su proposte così interessanti, quindi bisogna andare avanti».
Nasce così la prima questione politica relativa alla proposta di legge, con Sculco che si discosta non senza sottolinearlo, dalla maggioranza con cui è stata eletta nel 2014. Inoltre, la proposta era stata avanzata qualche mese fa dal presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno e ripresa prontamente da Abramo. Ma sull’iniziativa di Bruno non c’era sta alcuna concertazione, tanto che Arturo Bova ribadisce oggi quanto aveva dichiarato all’indomani della sortita di Bruno: «A costo di essere impopolare – ha detto il presidente della commissione Anti-‘ndrangheta – dico chiaramente che non sono affatto d’accordo con il merito della legge. È proprio li concetto di fondo a non essere corretto, perché non c’è bisogno di alcuna legge speciale per Catanzaro dal momento che tutto ciò che essa contiene è già realtà, è stato già messo in conto dalla Regione. Due esempi su tutti: intanto i trasporti, per i quali la Regione ha strutturato un piano da 400 milioni di euro che tiene seriamente in conto le esigenze di Catanzaro considerando le peculiarità derivanti proprio dal suo ruolo di capoluogo di Regione. Tra i progetti c’è la metropolitana di Catanzaro, un’opera il cui cantiere è pronto a partire. E poi il porto: manca solo l’ultimo atto per l’assegnazione dei 20 milioni di euro necessari al completamento dell’opera. Ecco perché dico che non c’è bisogno di una legge speciale, c’è solo bisogno di un coordinamento tra istituzioni e rappresentanti istituzionali affinché le iniziative che sono già prese si trasformino in atti concreti in tempi brevi. Questo incontro è stato importante allora perché si è riusciti a mettere attorno allo stesso tavolo quei rappresentanti delle istituzioni il cui ruolo è determinate per la città».
Si smarca quindi Bova, sottolineando come il fulcro della proposta di legge non sia nient’altro che il tentativo di rafforzare normative e progetti già esistenti. Serra i ranghi invece Tallini che gongola per la partecipazione bipartisan all’incontro: «Sono contento che oggi si sia riusciti a mettere allo stesso tavolo i rappresentanti politici di entrambi gli schieramenti oltre che coloro i quali rappresentano quell’area centrale della Calabria sulla quale è importante investire per lo sviluppo della nostra regione. Non ci sono padrini o sponsor di partito per questa legge, anzi mi auguro proprio che l’unità di vedute dimostrata dalle parole di Bruno e dal documento di Abramo sia il terreno su cui la legge possa diventare realtà».
Più pessimista sui tempi per l’eventuale approvazione, invece, l’ex assessore regionale del centrodestra: «Non so se si riuscirà entro pochi mesi a tramutare la proposta in legge regionale. Certo, se ci fosse la volontà da parte di tutti, sicuramente si arriverebbe in fretta ad un risultato importante non solo per Catanzaro ma per tutta l’area centrale della Calabria».
Terminato questo incontro preliminare, ora la palla passerà alla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale dove la proposta sarà discussa prima di arrivare nell’Aula rossa di Palazzo de Nobili. Se e quando questa verrà approvata, con gli eventuali emendamenti che subirà, poi ci saranno 90 giorni di tempo per il consiglio regionale per metterla in discussione.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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