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Spot elettorali e politica seria

A Catanzaro si vive una realtà allarmante: i giovani si allontanano sempre più numerosi dalla politica. Le cause del malessere sarebbero da ricercare nella crescente disaffezione conseguenza dei co…

Pubblicato il: 14/11/2016 – 9:52

A Catanzaro si vive una realtà allarmante: i giovani si allontanano sempre più numerosi dalla politica. Le cause del malessere sarebbero da ricercare nella crescente disaffezione conseguenza dei continui comportamenti di una classe politica che tende, da un lato, a chiudersi a qualsiasi stimolo innovativo e, dall’altra, a rende impermeabile il sistema ad ogni possibile confronto. Anche la trasformazione dei partiti rispetto al passato, fa in modo da farli apparire più come portatori di interessi dei “poteri forti” che come soggetti regolatori del sistema, ottenendo, però, in contropartita, sostegno elettorale e non solo. Si capisce che ciò determina, soprattutto nei giovani, una sorta di idiosincrasia verso il sistema e per tutto ciò che esso esprime compresi ovviamente gli uomini che lo rappresentano. Le conseguenze non possono che essere il disimpegno e l’indifferenza ma anche il malcontento, raramente la reazione.
Ecco perché è indispensabile affrontare con consapevolezza, impegno e celerità il problema per trovare la soluzione, sapendo scegliere persino modi e tempi di ogni proposta. A meno che non si pensi che i giovani (e non solo loro) abbiano gli occhi e la mente appannati al punto da ritenere possibile propinargli qualsiasi cosa. Ma in questo modo la risposta sarà sempre effimera.
Prendiamo in prestito la recente iniziativa del sindaco di Catanzaro, quella per fare emergere il ruolo della città come capoluogo della Calabria. L’invito rivolto alla presidenza della giunta regionale per costituire una commissione permanente con il compito di predisporre i programmi e gli interventi allo scopo di riaffermare il ruolo di Catanzaro e ribadendo che essa dovrà essere sede naturale di tutti gli uffici e le aziende di Stato regionali; che va realizzata una sede della Rai; che va riconosciuto il ruolo di città universitaria e va creato un ufficio del programma per Catanzaro capoluogo. Rimane, ahinoi, il rischio che l’idea venga letta dai cittadini come una trovata elettorale. E, infatti, considerato che sono stati già avviati i giochi politici, la pensata di Abramo, nell’immaginario collettivo, può essere considerata come una boutade da adrenalina elettorale visto che, ormai da settimane, ha rotto gli indugi ed ha fatto sapere, urbi et orbi, che lui intende riproporsi alla guida della città per un altro mandato.
Naturalmente non si può che concordare che Catanzaro abbia bisogno di attenzioni se non particolari per il ruolo istituzionale che gli è stato riconosciuto, quanto meno simili a quelle riservate a Reggio Calabria e, in misura inferiore, a Cosenza. Meglio avrebbe fatto il Sindaco se avesse reso nota la proposta qualche tempo prima perché oggi potrebbe anche finire su un binario morto, etichettata come idea finalizzata ad accettare con benevolenza la sua volontà di ritornare a sedersi sulla poltrona più prestigiosa del Comune. È il momento che è stato sbagliato: fosse stata fatta qualche anno prima avrebbe avuta ben altra dignità, ben altro effetto. Oggi è facile tacciare l’afflato come portatore di una “dolcezza” insincera. Oggi è facile rimanere dubbiosi difronte all’iniziativa perché, diciamocelo pure, essa suona più come un tentativo di accattivarsi la benevolenza degli elettori che altro. Intendiamoci non che sia condannabile, ma lascia adito a più di qualche perplessità, quanto meno stuzzica la curiosità: per esempio quella di chiedere ad Abramo di quale città è stato sindaco in questi decenni. Forse che il degrado di cui soffre il Capoluogo è una condizione maturata in questi ultimi mesi? Forse che l’agonia sociale e delle attività economiche le stiamo scoprendo solo adesso, quando le altre città si sono mosse per tempo ed hanno già cambiato volto? Non per becero campanilismo, ma ci viene da chiedere ancora: cosa è stato fatto per far emergere anche Catanzaro quando si è appreso che Reggio Calabria era stata elevata al rango di città metropolitana?
Purtroppo la città ha cominciato a mostrare i segni del degrado da tempo e non si ricordano interventi per contrastarli. Altrove, invece, sono state trovate le risorse per eseguire lavori che ne hanno cambiato il volto; nel centro storico di Catanzaro si è pensato solo di riaprire al traffico veicolare corso Mazzini, progettato e costruito per essere isola pedonale, e a “lottizzare” la coloratissima Piazza Matteotti e i “Giardini” di San Leonardo a mo’ di particelle catastali per poterle dedicare a più illustri personaggi. Tutte iniziative di nessun effetto; pannicelli caldi e null’altro! Il fatto è che nelle altre realtà cittadine si riesce ad essere più furbi, più intraprendenti di quanto non accade da queste parti. Un esempio? Quello più recente riguarda l’inaugurazione del nuovo reparto di cardiochirurgia nell’Ospedale di Reggio Calabria per il quale si è scomodata la ministra Lorenzin ci auguriamo non sapendo che il reparto non per ora funzionante e non potrà esserlo ancora per diversi mesi. E’ stata comunque una occasione per parlare di sanità anche per altri centri della Calabria (Cosenza, Crotone, Melito Porto Salvo), non una parola per Catanzaro nonostante fosse notorio che ha bisogno di un nuovo ospedale.
Lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo adesso: la città è pressoché assente dai palinsesti dell’informazione pubblica; non regge il confronto con nessun’altra località a cominciare dal Crotonese ma ancora di più con la Locride che trovano, grazie ai loro cronisti, spazi giornalieri nei telegiornali regionali.
Ma di cosa vogliamo discutere? Bisogna prendere atto che a Catanzaro non solo e non tanto manca una rappresentanza politica degna di questo nome, ma che è soprattutto priva di una coscienza sociale che possa far sentire il peso delle scelte vigilando e denunziando i tanti venditori di fumo capaci solo di riscaldare le sedie della rappresentanza elettiva.
Niente è dovuto a nessuno, tantomeno a Catanzaro. Ecco perché c’è bisogno di una classe politica all’altezza del compito e che sappia dare centralità alla città con progetti innovativi, confrontandosi, coltello tra i denti, con la Regione e con il governo di Roma.

*giornalista

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