CATANZARO C’è una nuova informativa che agita i sonni della sanità cosentina. È il risultato di una visita compiuta a Catanzaro dai militari della Guardia di finanza su impulso della Procura bruzia, guidata da Mario Spagnuolo. L’acquisizione di documenti riguarda un aspetto dell’inchiesta ad ampio raggio che gli uffici giudiziari hanno avviato sulle attività dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. In particolare, i militari si sarebbero concentrati sugli atti collegati alla nomina del direttore generale dell’Azienda Raffaele Mauro. I documenti che hanno portato alla scelta del manager da parte della giunta regionale sono stati acquisiti e analizzati. E, secondo quanto è stato possibile apprendere, i finanzieri avrebbero evidenziato la presenza, nell’incartamento, dell’autodichiarazione nella quale Mauro specifica di non avere in corso contenziosi con l’Azienda della quale sta per diventare direttore generale. Un controsenso sottolineato nell’informativa, visto che il dg aveva ancora in sospeso una causa di servizio: dopo la conclusione del giudizio al Tribunale del lavoro (con l’attestazione della sua depressione), infatti, l’Asp avrebbe potuto impugnare la sentenza. Cosa che, dopo l’insediamento di Mauro al timone dell’Azienda, non ha fatto. È attorno a quel giudizio (e alla sentenza a esso collegata) che ruota parte dell’inchiesta aperta dalla Procura di Cosenza. Nei giorni scorsi, i magistrati hanno sentito per oltre due ore, come persona informata sui fatti, l’avvocato Alfonso Niccoli. Il legale, nella causa di servizio di Mauro contro l’Azienda, aveva difeso l’Asp. E, dopo l’arrivo del dg nel gennaio 2016, è stato trasferito dall’Ufficio legale all’Ufficio acquisti (muovendo, a sua volta, una causa di servizio contro l’ente per essere rimesso al proprio posto). Fatti slegati o concatenati? Anche a questa domanda si propongono di rispondere gli accertamenti avviati a Cosenza. (ppp)
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