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Omicidio colposo, chiesto il processo per un primario dell’Annunziata

COSENZA Secondo la Procura di Cosenza, con il loro comportamento negligente, avrebbero causato la morte di Francesco Roselli, morto il 30 giugno 2014 all’ospedale Annunziata. Per questo il procurat…

Pubblicato il: 18/11/2016 – 15:22
Omicidio colposo, chiesto il processo per un primario dell’Annunziata

COSENZA Secondo la Procura di Cosenza, con il loro comportamento negligente, avrebbero causato la morte di Francesco Roselli, morto il 30 giugno 2014 all’ospedale Annunziata. Per questo il procuratore aggiunto Marisa Manzini ha chiesto per due medici, Michele Piccolo e Antonio Perri (direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia dell’Annunziata), il rinvio a giudizio per omicidio colposo in concorso.
Il calvario di Roselli, all’epoca 63enne, padre di tre figli, comincia la sera 20 giugno 2014, quando si reca all’ospedale di Acri con forti dolori addominali. In un primo momento gli operatori del Pronto Soccorso acrese lo rimandano a casa, ma quando si ripresenta in ospedale alle prime ore della mattina successiva i primi esami effettuati fanno sospettare una perforazione gastrointestinale. Roselli viene quindi tresferito a Cosenza. Viene ricoverato nel reparto di Chirurgia dell’Annunziata, ma nonostante un primo intervento chirurgico per ulcera duodenale le sue condizioni non migliorano. Passano i giorni e alle continue e crescenti richieste d’aiuto di Roselli, sempre più sofferente, gli operatori rispondono sottoponendolo a una visita psichiatrica. Ma a sette giorni dal ricovero le sue condizioni non sembrano affatto migliorare, così l’uomo viene sottoposto ad un secondo intervento, ma dalla sala operatoria l’uomo verrà trasferito direttamente in Rianimazione in condizioni disperate. Roselli muore il 30 giugno 2014 e i familiari, assistiti dall’avvocato Vincenzo Conforti, presentano subito denuncia.
La morte di Roselli, scrive il procuratore aggiunto Manzini nella richiesta di rinvio a giudizio, sarebbe stata causata da uno «shock settico da ulcera duodenale perforata complicata da peritonite generalizzata e formazione di ascessi multipli». Secondo l’accusa, dunque, il decesso del 63enne è da imputarsi alla «condotta palesemente manchevole» dei due medici. L’udienza preliminare è stata fissata dal gup Salvatore Carpino per il 18 gennaio 2017.

s. pel.

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