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Pedinamenti e intercettazioni per gli assenteisti dell'Asp di Cosenza

COSENZA Pedinamenti, intercettazioni, telecamere che riprendevano ogni spostamento. L’attività di indagine è stata al centro di una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Camice bianc…

Pubblicato il: 18/11/2016 – 14:01
Pedinamenti e intercettazioni per gli assenteisti dell'Asp di Cosenza

COSENZA Pedinamenti, intercettazioni, telecamere che riprendevano ogni spostamento. L’attività di indagine è stata al centro di una nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Camice bianco” che coinvolge medici, infermieri, dirigenti e dipendenti dell’Asp di Cosenza. Sul banco degli imputati ci sono Mario Avellino, Anna Maria Conforti, Francesca Zinno, Angela Campolongo, Romeo Perri, Anna Turano, Ippolito Spagnuolo, Pasquale Morrone, Marina Sammarra, Giulia Manna, Pia Pignataro, Katja De Rose, Isabella Polillo, Rosalia Cianflone, Annarita Salvo, Carla Caputo, Giovanna Trimarchi, Maria Naccarato, Pieraldo Russo, Gisella Rizzuti, Vincenzo Reda, Asclepiade Felicioli, Alberto Bevilacqua, Elvira Vigna, Claudio Naccarato, Eugenio Presta, Luigi Carelli, Bice Cassazone, Orlando Spizzirri.
Si tratta di dipendenti – alcuni anche con ruolo dirigenziale – dell’Azienda sanitaria provinciale, accusati del reato di truffa aggravata e continuata perpetrata ai danni della stessa azienda sanitaria. Venerdì mattina il giudice Marco Bilotta ha ascoltato il maresciallo dei carabinieri Nunzio Santamaria, teste dell’accusa, che all’epoca era in servizio al nucleo operativo di Cosenza. Rispondendo alle domande del pm Antonio Bruno Tridico, il maresciallo ha ricostruito l’attività di indagine su ogni singolo imputato ripercorrendo la documentazione attraverso immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, i tabulati telefonici e altre attività di indagine. Nel corso dell’udienza di venerdì il maresciallo, che ha affrontato il controesame da parte dei difensori dei singoli imputati, ha riferito al giudice quali sono le ore e i minuti di assenza dal posto di lavoro contestati agli imputati.
A inizio udienza, Ippolito Spagnuolo (uno degli imputati) ha reso dichiarazioni spontanee. Spagnuolo ha ribadito al Tribunale la sua totale e piena estraneità ai fatti contestati: ha precisato che lui era sempre al lavoro in ufficio e al massimo usciva dalla stanza solo per fumare una sigaretta o per bere un bicchiere d’acqua. Quando non era sul posto di lavoro, era fuori per motivi esclusivamente professionali. Ha poi specificato di aver ricoperto diversi ruoli all’interno dell’Azienda. Quando si spostava negli uffici di via Alimena lo faceva per sopperire alla mancanza di personale e per questo timbrava prima perché poi si spostava in altra sede dell’Azienda.
Secondo l’accusa, gli indagati, in servizio all’ospedale civile o nelle varie sedi dell’Asp, durante l’orario di servizio, regolarmente retribuito, anche con prestazioni extra di straordinario, «con sistematicità e abitualità», avrebbero posto in essere condotte di truffa in danno dell’amministrazione di appartenenza attraverso la falsificazione degli orari di presenza e di uscita, mediante l’infedele timbratura del cartellino marcatempo. In una circostanza, secondo quanto reso noto, sarebbe stata accertata l’effrazione di un distributore automatico di alimenti e bevande con la conseguente asportazione del denaro contenuto da parte di due indagati.
Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati Francesco Chiaia, Marcello Manna, Nicola Carratelli, Nicola Rendace. Il processo è stato aggiornato al prossimo 30 novembre.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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