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A Lamezia mattina per il Sì e pomeriggio per il No

LAMEZIA TERME Una pioggerellina autunnale fastidiosa non ha impedito che, con ombrelli e cappucci, la gente si assiepasse davanti al palco sull’isola pedonale del corso cittadino che era affollato …

Pubblicato il: 19/11/2016 – 18:14
A Lamezia mattina per il Sì e pomeriggio per il No

LAMEZIA TERME Una pioggerellina autunnale fastidiosa non ha impedito che, con ombrelli e cappucci, la gente si assiepasse davanti al palco sull’isola pedonale del corso cittadino che era affollato non meno del più comodo teatro Umberto destinato alla ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi. Dalla mattina del Sì al pomeriggio del No alle riforme costituzionali targato Movimento Cinque Stelle. «Siete qui sotto la pioggia, grazie davvero», esordisce la parlamentare Dalila Nesci, intervenuta assieme ai colleghi della deputazione calabrese Federica Dieni e Paolo Parentela. «In questo momento storico in cui tutto sembra rassegnato non ci resta che scendere nelle piazze e contarci vedere quanti siamo, perché la rivoluzione del cambiamento arriverà da noi – dice la Nesci –. Abbiamo cominciato questo tour dalla Valle D’Aosta, stiamo girando l’Italia, le piazze». Il punto, secondo la pentastellata, è informare la gente perché poi «votare No al referendum verrà spontaneo». 
«Con questa riforma si centralizzerà allo Stato la programmazione della Sanità e si lascerà alle regioni l’incombenza di erogare i servizi. Quindi, ben che vada rimane tutto com’è, male che vada sarà ancora più facile fare tagli perché loro hanno questo unico obbiettivo di allontanare i cittadini e le istituzioni territoriali dallo Stato centrale di modo che non ci sia più uno spazio di concertazione per i fabbisogni dei territori e sarà più facile tagliare tagliare tagliare, perché non conoscono altra filosofia». «Dal 2012 al 2015 abbiamo avuto 25 miliardi di tagli – aggiunge Nesci –. Ma noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle questi tagli, il blocco del turnover, tagli ai posti letto, livelli essenziali di assistenza sempre più bassi». Non manca un passaggio sul governatore della Calabria Mario Oliverio che spinge per il Sì pur di restare attaccato alla sua poltrona. «Oliverio è stato parlamentare per quattro legislature – spiega la Nesci – e ho scoperto che era cofirmatario della “giornata della Costituzione”, instauriamo la giornata della Costituzione per ricordarci quanto è importante. Oggi Oliverio ricorda solamente gli 8mila euro di vitalizio che prende e i 13mila euro di immunità da presidente della Regione. Che si vergogni e che non prenda ancora i giro i calabresi».



IL TRENO A GASOLIO CROTONE-LAMEZIA «In questa Italia fatta al contrario – è la volta del deputato Alessandro Di Battista – veniamo rimproverati di tagliarci troppo poco lo stipendio da gente che non ha lasciato un euro. In questa Italia al contrario oggi abbiamo preso un treno a gasolio da Crotone a Lamezia. E coloro che non hanno mai investito i soldi in servizi per i cittadini sono quelli che oggi parlano di tagli ai costi della politica, alla spesa e agli sprechi. E sono quelli che si sono costruiti un palazzo della Regione a Catanzaro che sembra il Pentagono. Ogni volta che passate davanti all’astronavicella del governatore io vi esorto a pensare al treno a gasolio che collega Crotone a Lamezia». 
Difende il reddito di cittadinanza Di Battista, che restituisce dignità alle famiglie e contrasta il fenomeno del voto di scambio dettato dal bisogno, che può essere anche il bisogno di un posto letto in ospedale, in un Paese in cui la Sanità pubblica è stata massacrata ma sorgono sempre più cliniche private. «Sono giorni che giriamo con i treni regionali, abbiamo parlato con centinaia di persone – dice Di Battista – ce ne fosse una che ci abbia detto “io ho veramente bisogno di un senato nominati che non posso eleggere ai quali dare l’immunità”. Ci chiedono posti di lavoro, ci chiedono il reddito di cittadinanza, una sanità che funzioni, ci chiedono la pensione minima che non sia al di sotto della soglia di povertà. Ma è accettabile un Paese che fa vivere i cittadini al di sotto della soglia di povertà, in Paese in cui la crisi ha fatto arricchire una élite di persone?». Per 30 anni, è il succo del discorso del pentastellato, sono state approvate leggi infami da quelle stesse persone che promettono, con la riforma, leggi migliori. «Nel Transatlantico i politici si riuniscono nei cosiddetti capannelli e parlano. Ma non parlano mai dei problemi del Paese ma di correnti, poltone, “ti sposto di là, ti piazzo qua, che legge elettorale possimo fare per continuare a stare lì dentro”. Cambiano le leggi sulla base della loro convenienza, ascoltando sondaggi e sondaggisti e non sulle base delle esigenze del popolo italiano. Questi sono i padri costituent» e poche sono le speranze, secondo Di Battista che le riforme costituzionali vadano incontro ai cittadini.



LE RIFORME DEL M5S Le riforme che propongono i Cinque Stelle prevedono di eliminare l’immunità parlamentare. Obbligo di dimissioni per tutti quei politici che entrano in Parlamento con un partito e poi passano in un altro (la stoccata a Dorina Bianchi non tarderà ad arrivare). Togliere il pareggio di bilancio in Costituzione inserito da Monti perché «è uno strumentino che impedisce al governo di avere autonomia negli investimenti». Inserire il referendum propositivo senza quorum che consiste nel raccogliere 500mila firme per istituire un referendum e chi va al voto decide, senza quorum. Ma queste riforme non potranno mai passare con un Senato composto da consiglieri e sindaci scelti dai partiti politici e non dal popolo italiano.
 L’appello finale è: «Noi vi chiediamo una mano qui è Davide contro Golia. Contro lo strapotere mediatico di Renzi che appare in Tv anche se è spenta».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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