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L’elenco dei precari Asp è "clandestino"

CATANZARO L’inchiesta della Procura di Cosenza sulle strane “assunzioni” dei precari nell’Asp racconta, in uno dei suoi frammenti, come in Calabria si possa ottenere un impiego nel settore pubblico…

Pubblicato il: 19/11/2016 – 15:13
L’elenco dei precari Asp è "clandestino"

CATANZARO L’inchiesta della Procura di Cosenza sulle strane “assunzioni” dei precari nell’Asp racconta, in uno dei suoi frammenti, come in Calabria si possa ottenere un impiego nel settore pubblico senza una vera e proprio selezione. E senza che il proprio nome passi ufficialmente al vaglio di un ufficio.
Gli investigatori, per ricostruire i passaggi precedenti alle chiamate pre-elettorali, sono andati a recuperare l’elenco che ha portato alle convocazioni degli ex lsu-lpu e alla loro successiva entrata in servizio. Pare che abbiano trovato una grossa sorpresa. Quella lista di nomi – partita da una cinquantina di unità nel 2010 e cresciuta fino a contenerne 135 – sarebbe stata “conservata” negli uffici della Regione senza che avesse un protocollo ufficiale e senza che, al procedimento che ha portato alle convocazioni, fosse legato il nome di un responsabile. L’unica traccia di ricezione da parte della burocrazia era un timbro: niente di più. Un elenco praticamente clandestino, dunque, transitato nel dipartimento Lavoro alla vigilia delle regionali del 2014 e rimbalzato nelle stanze dell’Asp per dare il via alle “assunzioni”.
È per questo che il dipartimento Lavoro, nell’atto che annullava in autotutela la convenzione (firmato dall’ex dg Antonino De Marco alla fine del 2015) parlava di «irrituale» acquisizione delle domande, sottolineando come l’iter fosse avvenuto senza una regolare istruttoria e senza un impegno di spesa. Avevano pensato soltanto ad assumerli, ma non a retribuirli. Pagherà – è un grande classico – Pantalone: dopo la presa d’atto della convenzione (e dell’elenco fantasma) basterà mettere in conto un debito fuori bilancio. Toccherà (anche) alla Corte dei conti stabilire cosa sia accaduto e chi abbia gettato via un bel gruzzolo di fondi pubblici. Si può indagare partendo da una certezza: i precari sono stati “assunti” sulla base di una lista non ufficiale, mai protocollata, mai verificata. Praticamente si sono assunti da soli.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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