LAMEZIA TERME Come preannunciato in conferenza stampa, il commissario provinciale per il tesseramento dell’Udc, Giancarlo Nicotera, ha presentato alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme una denuncia cautelativa «in riferimento alle adesioni (tesseramento straordinario) afferenti il partito dell’Unione di centro (Udc) per la provincia di Catanzaro, concluse nell’anno 2016». Nicotera intende, come lascia capire anche nella denuncia, tutelare il proprio lavoro di commissario, alla luce di tesseramenti ai suoi occhi non proprio trasparenti. I timori che vengono esternati sono pesanti: «Nondimeno, pertanto, le adesioni – oltre ad essere illegittime – potrebbero (parte di esse) essere anche false o, oppure/ancora, potrebbe anche essere accaduto che nelle stesse siano state tesserate persone ignare di tale attuale adesione e rilevo ciò in virtù pure del fatto che non esiste alcuna mia firma di validazione e/o presentazione, per come sarebbe dovuto avvenire».
Le adesioni in questione sono 1.702 tesseramenti, per la sola provincia di Catanzaro, che l’Udc ha presentato alla segreteria nazionale per l’anno 2016. Tesseramenti che proprio il commissario deputato alla loro vidimazione non ha potuto visionare. «Non mi è stato consentito neanche di visionare dette adesioni, tranne che per un numero esiguo (circa 170), per cui non posso in alcun modo garantire sulla reale veridicità o genuinità delle restanti 1.532», dichiara Nicotera nella sua denuncia precisando che non gli è stato consentito di adempiere al suo incarico e «nondimeno, le adesioni/tessere che corrispondono a 1.702 per l’intera provincia, non sono state raccolte secondo i dettami regolamentari ma, soprattutto, in nessuna delle stesse è stata apposta la mia firma di presentazione dell’associato/iscritto che sarebbe valsa anche come autenticazione. Invero, lo stesso elenco delle adesioni che secondo il detto regolamento andava vidimato e firmato pagina per pagina, non reca alcuna mia sigla o alcuna mia firma. Preciso che lo stesso elenco e le stesse adesioni dovevano, inoltre, essere da me inviate presso la sede nazionale dell’Udc, sita in Roma in via del Tritone 102. Anche questo fatto non è assolutamente accaduto».
Mettendo le mani avanti, Nicotera precisa: «Perciò qualora dovesse esistere una mia firma o una mia sigla sulle pagine dell’elenco delle adesioni o sulle adesioni stesse (a parte quella sulla mia adesione personale) preciso che esse (mie firme o mie sigle) sono del tutto false e pertanto apposte falsamente da altro/altri, allo stato ignoto/i».
Il commissario provinciale per il tesseramento afferma di avere sempre informato i vertici del partito. «Sono stati informati dapprima in data 01.05.2016 l’onorevole Angelo Cera, commissario regionale ad acta per il tesseramento in Calabria e, quindi, personalmente a Roma il segretario nazionale onorevole Lorenzo Cesa, in data 20 maggio 2016: di tutti gli accadimenti sopra esposti; del verificarsi di tali palesi violazioni regolamentari; della possibilità che nella raccolta delle adesioni e/o nella compilazione delle stesse si potrebbero essere verificati/consumati fatti penalmente rilevanti». Nessuna risposta è arrivata, nessun provvedimento è stato preso dai vertici, se non commissariare la sezione Udc di Lamezia Terme di cui Nicotera si considera ancora segretario, poiché il commissariamento non gli sarebbe stato notificato.
Una spaccatura all’interno dello scudo crociato calabrese alla quale la sezione lametina ha risposto con una autosospensione seguita, sabato, da una denuncia in Procura in cui vengono esposte le irregolarità rilevate circa i tesseramenti e «affinché possano essere espletati/compiuti gli opportuni accertamenti e verificare se, nelle ipotesi sopra dette, si siano consumati/perpetrati fatti penalmente rilevanti a scapito di persone ignare ed inconsapevoli».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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