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Tonache pervertite

A volte mafiosi, o usurai; spesso, intrallazzati con la malapolitica, segretamente massoni o carrieristi spietati fra gli spietati carrieristi in tonaca. Roba da galera, o esilio perpetuo su un’iso…

Pubblicato il: 19/11/2016 – 20:36
Tonache pervertite

A volte mafiosi, o usurai; spesso, intrallazzati con la malapolitica, segretamente massoni o carrieristi spietati fra gli spietati carrieristi in tonaca. Roba da galera, o esilio perpetuo su un’isola deserta del Pacifico.
Nel male minore, molto minore, direi inesistente, innamorati. Di una donna. Di un uomo. E che male c’è?
Ma pervertiti, no. Pedofili, no! Luridi approfittatori di innocenze o necessità di povera gente, no.
Molti preti, oggi, dovrebbero indossare guanti d’acciaio per sfiorare il Santissimo. E non parlo delle migliaia di sacerdoti, parroci, che, quotidianamente, si dedicano al proprio magistero con devozione, sacrificio, offerta di sé. Non di quelle migliaia di coraggiosi missionari, che, quotidianamente, si immolano, senza altra certezza che non sia la proprio Fede in Gesù Cristo, per amore dei fratelli bisognosi. E neanche di quelle migliaia di sante guide spirituali, che, quotidianamente, seminano conforto e pietate sulle strade del dolore causato dal vivere la difficilissima vita di oggi.
È a quella schiera di depravati che scelgono, scientemente, la tonaca come maschera, come tana, come contenitore della propria immondezza preesistente all’ingresso in seminario, del proprio vizio oscuro e malato, che consegno la mia maledizione. Siate per sempre addolorati di voi stessi e della vostra sconfinata solitudine, maledetti.
Anche a te, nuovo porco pedofilo e finto ministro di Dio scoperto in questi ultimi passati giorni nella mia adorata terra di Calabria, possa non piacere l’aria che respiri, tanto da detestare ogni atomo d’ossigeno che ti entra nei polmoni.
No, oggi, non uno schiaffo. Ma tutto il mio disprezzo.
Sull’Altare, il popolo del Signore PRETENDE purezza. Perché a Quella consegniamo i nostri errori da sanare…

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