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Il (lento) tramonto del Lupo della Sila

Chissà cosa penserà oggi Mario Oliverio quando al decimo piano della Cittadella spegnerà le candeline per il secondo compleanno alla guida della Regione. Prevarrà la delusione per le svariate magre…

Pubblicato il: 22/11/2016 – 10:42
Il (lento) tramonto del Lupo della Sila

Chissà cosa penserà oggi Mario Oliverio quando al decimo piano della Cittadella spegnerà le candeline per il secondo compleanno alla guida della Regione. Prevarrà la delusione per le svariate magre figure rimediate, come quella di designare un veterinario al vertice dell’organismo chiamato a distribuire i fondi regionali per la cultura? O basterà la soddisfazione – tra le poche che possono essere annoverate – per aver ottenuto dal governo un treno super veloce che abbatte i tempi di percorrenza tra la Calabria e Roma?
Sentimenti contrastanti che non scalfiscono una certezza: la luna di miele con i calabresi si è esaurita da tempo. Prigioniero di alcune convinzioni – una su tutte: quella della lotta perenne ai commissari per la sanità – il governatore ha dovuto cambiare marcia nel corso del suo percorso. Da progressista rivoluzionario a fautore dei piccoli passi e degli accordi contingenti. Questo ha fatto sì che venisse meno la spinta propulsiva a cui tanto i calabresi avevano dato credito nell’autunno del 2014. 
Paradossalmente il suo destino – chi lo avrebbe mai immaginato per lui che è stato dalemiano e poi bersaniano – è legato a quello del premier Matteo Renzi. Deve sperare in una vittoria del Sì al referendum per avviare una fase due alla Regione. Se avanza il No inizierà una navigazione in mare aperto dagli esiti incerti. Chi assicura che nel Pd tutto rimarrà così come è adesso? Ergo: chi è pronto a scommettere che i consiglieri regionali del Pd continueranno ad assicurare un sostegno leale e incondizionato? Il ridimensionamento di Renzi aprirebbe le porte agli scenari più inattesi.
E a poco potrebbe servire l’aver lasciato le mani libere – in questo caso il sostegno al No – ad alcuni suoi fedelissimi come Orlandino Greco. Questa volta la logica del doppio binario potrebbe rivoltarsi contro chi ha dimostrato grandi abilità camaleontiche nel corso della sua lunghissima carriera politica. 
Con la vittoria del Sì, almeno nel breve periodo, Oliverio potrebbe trarre benefici per la sua azione amministrativa. Ma non è detto che ciò valga nel lungo periodo. Nuovi equilibri nella galassia renziana potrebbero creargli non pochi grattacapi.  
Quanto al rapporto con l’opinione pubblica calabrese, è innegabile che la sintonia post elezioni è solo un lontano ricordo. Oliverio ha commesso l’errore di chiudersi nel palazzo, circondato da uno stuolo di collaboratori selezionati più per cooptazione che per competenze. C’è stata una rottura nel rapporto sentimentale con il cuore pulsante di questa regione e il dato che uscirà fuori dalle urne, la sera del 4 dicembre, contribuirà a indicare quanto profonda è stata la frattura.
Con queste premesse ci si avvia al giro di boa della legislatura. Visto da qui, il crepuscolo del Lupo della Sila non può fare esultare nessuno.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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