ROMA Partiamo dalle certezze: c’è una sentenza della Corte costituzionale, giudice relatore l’ex premier Giuliano Amato, che ha riconosciuto il seggio in consiglio regionale per Wanda Ferro, migliore perdente tra i candidati alla presidenza della Regione Calabria nel 2014. Era una decisione attesa dopo che il Tar, chiamato a decidere sul ricorso intentato dalla dirigente di Forza Italia, ha rinviato gli atti alla Consulta. A marzo dello scorso anno i giudici amministrativi – che avevano anche respinto l’eccezione di difetto di giurisdizione presentata dalla Regione Calabria e dallo stesso Morrone –, sospesero la propria decisione ed emisero un’ordinanza di rinvio alla Corte costituzionale, avendo rilevato contraddizioni tra la legge elettorale e lo Statuto della Regione Calabria tali da richiedere la pronuncia del giudice delle leggi. Che è arrivata nella giornata di martedì.
Adesso si tratta di capire chi le farà posto a Palazzo Campanella. A deciderlo sarà nuovamente il Tar Calabria. Due i maggiori indiziati: Ennio Morrone, eletto con Forza Italia nella circoscrizione nord e nel frattempo transitato con i verdiniani di Ala, e Giuseppe Mangialavori, che ha guadagnato il pass per il consiglio regionale con la lista “Casa delle Libertà” nella circoscrizione centrale. Entrambi sono stati eletti con il meccanismo dei resti e ora sarà una guerra a colpi di colpi di carte bollate.
«Non ci sono dubbi – è il commento di Oreste Morcavallo, amministrativista che difende le ragioni di Morrone – sul fatto che a cedere il posto dovrà essere Mangialavori perché il suo è l’ultimo seggio che è stato assegnato».
«Nel prendere atto della sentenza della Corte Costituzionale e dunque in riferimento al prossimo giudizio presso il Tar Catanzaro – afferma invece Stefano Luciano, legale di Mangialavori -, si evidenzia che tutti i criteri interpretativi, sia di carattere letterale nonché di carattere prettamente giuridico oltre che logico e temporale portano alla considerazione che il seggio che andrà ad occupare Wanda Ferro non può essere quello dell’onorevole Mangialavori». Chiusa dalla Consulta la questione centrale, nel centrodestra se ne apre subito un’altra.
an. ri.
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