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Tesseropoli nell’Udc

LAMEZIA TERME C’è anche un sacerdote tra i 1702 tesserati Udc del 2016 nella provincia di Catanzaro. E già questa è una notizia, considerando che il diritto canonico, anche se non lo vieta espressa…

Pubblicato il: 22/11/2016 – 22:21
Tesseropoli nell’Udc

LAMEZIA TERME C’è anche un sacerdote tra i 1702 tesserati Udc del 2016 nella provincia di Catanzaro. E già questa è una notizia, considerando che il diritto canonico, anche se non lo vieta espressamente, limita le possibilità di impegno politico dei prelati. Ma più di ogni altra cosa emerge il fatto che il giovane sacerdote di Lamezia Terme è del tutto ignaro di ritrovarsi iscritto allo scudo crociato. Eppure il suo nome campeggia nell’elenco formato excel che lo scorso 11 aprile Francesco Talarico, odierno candidato alla carica di segretario regionale del partito (ed ex presidente del consiglio regionale), ha inviato via email a Gianni Fabiano dell’ufficio tesseramento di Roma. Il nome del religioso non è l’unico tra i tesserati sospetti nel lungo elenco mandato alla direzione nazionale dell’Udc. Tra i nomi disordinatamente ammucchiati (alcuni corredati da un documento di riconoscimento, altri no) è facile – per chi conosce la propria realtà territoriale – trovare e riscontrare dei falsi. Ci sono simpatizzanti di Forza Italia, da sempre aderenti al partito di Berlusconi, così come persone con idee notoriamente avverse a quelle dell’Unione dei Democratici cristiani. E fa ancora più specie al giornalista che sta indagando, trovarvi i nomi dei propri genitori, due insegnanti in pensione, ignari, tanto quanto altri “tesserati”, di essere stati tirati dentro al partito di Lorenzo Cesa, risultando iscritti con tanto di data di nascita, residenza e documento di riconoscimento trascritti sul foglio elettronico mandato in via del Tritone. Ma Maria Bicci e Napoleone Truzzolillo non mostrano dubbi: «Non ci siamo mai iscritti all’Udc, né abbiamo mai fornito i nostri dati personali per il tesseramento». E indignati si chiedono come sia possibile che la loro identità e l’espressione delle loro volontà siano finite in un calderone tra altre 1.702 persone. 



TESSERAMENTI «A STRASCICO» L’affaire tesseramenti è stato lo strappo che ha lacerato i rapporti all’interno del partito tra la sezione di Lamezia Terme e la dirigenza provinciale e nazionale. Giancarlo Nicotera, commissario provinciale per il tesseramento, ha definito il sistema adottato per le adesioni «poco trasparente, un tesseramento a strascico». L’espressione, usata il 3 settembre nel corso di una conferenza stampa, fece irritare il commissario provinciale, Tommaso Brutto, che accusò Nicotera di avere «offeso tutti i cittadini che hanno aderito alla campagna di tesseramento, avendolo definito come poco trasparente, ma dimenticando di aggiungere che era proprio lui, Nicotera, il responsabile provinciale per il tesseramento stesso». Da maggio Giancarlo Nicotera tenta di avviare un dialogo con il commissario regionale per il tesseramento in Calabria, Angelo Cera, e con il segretario nazionale Lorenzo Cesa. I suoi sforzi, vani, sono documentati in una denuncia cautelativa che Nicotera ha presentato sabato scorso alla Procura della Repubblica a Lamezia Terme. Angelo Cera, invece, viene informato il primo maggio scorso delle temute anomalie sulla raccolta delle adesioni. Ma non arrivano riscontri alle denunce, così il 20 maggio Nicotera e una delegazione della sezione lametina (il presidente Massimo Sdanganelli e Simone Cicco) vanno a Roma per incontrare Lorenzo Cesa. Lo informano «della possibilità che nella raccolta delle adesioni e/o nella compilazione delle stesse si potrebbero essere verificati/consumati fatti penalmente rilevanti»: ricevono tiepide rassicurazioni. L’ultimo tentativo avviene il 28 ottobre: con una raccomandata i lametini chiedono ai dirigenti 15 giorni di tempo per fare accertamenti e prendere provvedimenti su un tesseramento considerato dopato. Ma dai dirigenti, scrive Nicotera nella denuncia, «non è mai giunta alcuna risposta in merito agli accertamenti richiesti al fine di verificare la realtà dei fatti».

Francesco-Talarico
(L’ex presidente del consiglio regionale Francesco Talarico)

Esautorato dal suo compito, il commissario provinciale per il tesseramento scrive: «…non mi è stato assolutamente consentito di adempiere a tale incarico ed alle funzioni, incombenze ed adempimenti ivi connessi». Nessuna tessera, tranne la sua personale, è stata validata dal commissario il quale, stando allo statuto del partito, avrebbe dovuto anche siglare pagina per pagina l’elenco dei tesserato da inviare alla segretaria nazionale. «Non mi è stato consentito neanche di visionare dette adesioni, tranne che per un numero esiguo (circa 170), per cui non posso in alcun modo garantire sulla reale veridicità o genuinità delle restanti 1532. Nondimeno, pertanto, le adesioni – oltre ad essere illegittime – potrebbero (parte di esse) essere anche false o, oppure/ancora, potrebbe anche essere accaduto che nelle stesse siano state tesserate persone ignare di tale attuale adesione e rilevo ciò in virtù pure del fatto che non esiste alcuna mia firma di validazione e/o presentazione, per come sarebbe dovuto avvenire», avverte Nicotera.

talarico segretario
(Per i manifesti virtuali di un convegno sul referendum Talarico è già il segretario regionale)

DUBBI SUI CONGRESSI Questa vicenda, con la concreta eventualità – per alcuni una certezza – che alcuni potrebbero essere stati iscritti a loro insaputa, rischia di pesare sul prossimo congresso regionale, nel corso del quale dovrà esser eletto il segretario regionale del partito. Carica alla quale punta molto il lametino Francesco Talarico, ex presidente del consiglio regionale, colui che si era prodigato a inviare l’elenco dei tesserati a Roma, e che qualcuno già considera segretario, tanto che su una locandina diffusa via social, relativa a un incontro per il No previsto per il 2 dicembre, Talarico appare come “Segretario regionale Udc”. Certamente 1.702 iscritti nella provincia di Catanzaro hanno un peso non indifferente. È un numero più che rilevante se si considera un totale di circa 50mila tesserati a livello nazionale, cifra ipotizzata da Lorenzo Cesa agli inizi di novembre, tra le scintille dell’ennesima spaccatura nell’Udc. A Giampiero D’Alia che aveva dichiarato “L’Udc è morta”, il segretario nazionale rispose che l’espressione era offensiva nei confronti del partito e «nei confronti dei suoi 50mila iscritti». Di questi, 1702 stanno nella sola provincia di Catanzaro. Solo che qualcuno non sa neppure di essere tra i sostenitori dello Scudo crociato.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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