CATANZARO Il 4 dicembre si avvicina e con esso è sempre più vicino il momento della verità per le tante correnti politiche che a Catanzaro sono in attesa di muoversi sul fronte elezioni comunali. È frenetica l’attesa in casa centrosinistra dove le cose si muovono soprattutto in profondità mentre in superficie sembra esserci calma piatta.
Il nome di Maurizio Mottola di Amato, emerso nei giorni scorsi, ha fatto registrare l’interesse della parte più “elettoralmente rappresentativa” del Pd e alcuni indipendenti. A sostegno della candidatura dell’imprenditore, marito del magistrato Abigail Mellace che per anni ha prestato servizio presso la Procura di Catanzaro, si sono quindi schierati i vari Enzo Ciconte (Pd), Roberto Guerriero (S&D), Sergio Costanzo (candidato alle ultime regionali con “Calabria in rete”). Ma attorno alla figura di Mottola di Amato si è concentrato anche l’interesse di Flora Sculco (consigliere regionale di “Calabria in rete”). C’è poi l’incognita rappresentata da Agazio Loiero. L’ex governatore nei giorni scorsi aveva parlato dell’esigenza di una candidatura che segnasse la discontinuità forte con il passato, lasciando intendere che si sarebbe potuto pensare anche ad una donna per rafforzare ulteriormente il concetto.
In ogni caso, una sortita pubblica dello stesso Mottola di Amato, ha indispettito e non poco la bozza di coalizione che sta nascendo alle sue spalle: «Scenderò in campo con una lista civica che si chiamerà “Maurizio Mottola di Amato Sindaco”», aveva annunciato nel corso di un’intervista. Una fuga in avanti decisamente avventata che ha messo in allarme Ciconte e gli altri. Come detto, infatti, la politica in questi giorni è in attesa del risultato del 4 dicembre. Non solo le urne del referendum chiariranno se la Calabria manderà a Roma in qualità di senatore un sindaco (presumibilmente proprio quello del capoluogo di regione), quanto qualsiasi esito verrà fuori sulla riforma costituzionale, la possibilità di andare al voto in primavera anche per le elezioni politiche non è affatto remota, quindi l’attesa è non solo strategica ma anche politicamente obbligatoria.
Chi sta facendo dell’attesa il proprio mantra è sicuramente Ncd. Il senatore Piero Aiello, leader del partito nella provincia di Catanzaro, non ha alcuna intenzione di muovere un passo prima della data fatidica. Ancor di più, consapevole delle lusinghe da parte del Pd di Ernesto Magorno e Enzo Bruno, vuole vender cara la pelle. Anche per Ncd il nome di Mottola di Amato potrebbe rappresentare un punto d’incontro accettabile, cosi anche a Catanzaro si ripeterebbe in maniera identica lo schema centrista che ha trionfato a Crotone con Ugo Pugliese. In quest’ottica, infatti, la rottura da Sergio Abramo e l’Udc si inquadrerebbe alla perfezione. All’operazione sarebbe arrivato anche il placet di Oliverio. Tutto questo, però, prima che Mottola di Amato annunciasse la sua candidatura. Se i piani sono quindi saltati non è ancora detto, ciò che è certo è che il malumore serpeggi convinto.
In casa centrodestra, invece, malgrado il maltempo di questi giorni su Catanzaro, quale sprazzo di cielo azzurro si sta affacciando. A rischiarare l’orizzonte cupo che si stagliava davanti a Sergio Abramo, è arrivata la notizia dell’ammissione in consiglio regionale di Wanda Ferro. Proprio a lei, infatti, il consigliere regionale Mimmo Tallini aveva pensato per sostituire Abramo il quale negli ultimi mesi ha dato prova di non avere una maggioranza salda al suo sostegno. L’approdo a Palazzo Campanella dell’ex presidente della Provincia di Catanzaro, lascia Forza Italia senza alternative, almeno per ora, alla ricandidatura del sindaco uscente.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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