Ultimo aggiornamento alle 7:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Precari dell'Asp, una "manina" ha inserito 85 nomi

CATANZARO La Regione ha tutti i documenti. Conosce le anomalie della manovra politico-burocratica. Ha l’elenco di quelli che, tra i 135 “assunti” all’Asp di Cosenza, potrebbero – ma solo in seguito…

Pubblicato il: 25/11/2016 – 11:59
Precari dell'Asp, una "manina" ha inserito 85 nomi

CATANZARO La Regione ha tutti i documenti. Conosce le anomalie della manovra politico-burocratica. Ha l’elenco di quelli che, tra i 135 “assunti” all’Asp di Cosenza, potrebbero – ma solo in seguito a una sanatoria – rientrare nel bacino dei precari storici e la lista di coloro i quali con il precariato storico non c’entrano nulla. Eppure hanno iniziato a lavorare nel novembre 2014 con un provvedimento arrivato proprio a ridosso delle regionali, per “stabilizzare” gli lsu-lpu. Nelle stanze della Cittadella ci sono le domande accolte con un semplice timbro del dipartimento “Politiche sociali”, senza uno straccio di protocollo: erano all’interno di una cartella, in un cassetto. Le ha trovate un funzionario, proprio nei giorni – piuttosto lontani, per la verità – in cui la Guardia di finanza era di casa alla Regione: lo scopo era quello di prelevare documenti che dessero spessore all’inchiesta aperta dalla Procura di Cosenza su quelle strane chiamate in servizio pre-elettorali.
I finanzieri di Cosenza avevano messo nel mirino la convenzione (quella mai riconosciuta dall’Asp né dalla Regione, almeno prima della riunione del 10 ottobre scorso) firmata da Vincenzo Caserta, per il dipartimento Lavoro, e Antonio Perri, per l’Asp, su delega dell’allora dg Gianfranco Scarpelli. E avevano acquisito una serie di verbali stilati a seguito delle tesissime riunioni con l’unico sindacato presente che, a prescindere dalle sigle, è sempre stato guidato da Franco Mazza, ex della Cgil con la base delle sue attività nell’Alto Tirreno cosentino, zona dalla quale proviene un buon numero dei dipendenti “assunti” dall’Azienda sanitaria nel novembre 2014. Erano quelli – assieme al listone dei precari – i documenti cardine per gli investigatori. Le carte dalle quali partire per ricostruire una storia complicata.
Altri percorsi, invece, ha seguito la burocrazia. Che, con un minuzioso lavoro di ricerca, si era messa in moto per analizzare i curriculum dei 135 lavoratori. E c’era anche riuscita, classificandoli sulla base dell’attività svolta e delle domande di sussidio avanzate nel corso degli anni.
Ci sono due livelli di analisi. Il primo: la convenzione Asp-dipartimento Lavoro non esiste, nel senso che è stata annullata in autotutela con un provvedimento dello stesso dipartimento, firmato dall’ex direttore generale Antonino De Marco. Di conseguenza, i lavoratori in servizio negli uffici dell’Azienda non hanno alcun titolo e le loro attività, per quanto sia corretto retribuirle (visto che le hanno effettuate), sono abusive.
Secondo livello: qualora si decidesse di prendere atto della convenzione (in parte è stato fatto ma mancano una serie di passaggi formali di non secondaria importanza, per esempio revocarne l’annullamento) i dipendenti con le carte in regola sarebbero giusto una cinquantina. Sono – secondo l’interpretazione della legge che ha giustificato le chiamate – gli «ultracinquantenni espulsi da settori e aziende in crisi», che «hanno presentato istanza alla Regione entro il 31 ottobre 2010, che sono stati oggetto di accordo istituzionale e che sono nella condizione di disoccupati di lunga durata». Questi i criteri: tutti gli altri sarebbero fuori. Per essere ancora più chiari: qualora le domande acquisite dalla Regione – quelle con il timbro e senza protocollo – fossero valide, lo spazio per la stabilizzazione si aprirebbe soltanto per 50 persone.
Anche questo dato è noto alla Cittadella. E lo sanno anche all’Asp. Basta lavorare per sottrazione: se 50 hanno i requisiti (sempre nel caso di una sanatoria), una “manina” – per il momento anonima – potrebbe aver aggiunto i restanti 85 nomi.
Di certo, per adesso, c’è che la convenzione è stata dichiarata illegittima il 30 dicembre 2015. Nella riunione a tre del 10 ottobre scorso, però, il nuovo direttore generale del dipartimento Lavoro Fortunato Varone, il dg dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro e l’Ugl guidata da Franco Mazza prendono atto dell’accordo. Questo senza che alcun documento ufficiale abbia, nel frattempo, “smentito” l’annullamento in autotutela firmato alla fine del 2015 dall’allora dg del Lavoro Antonino De Marco. Il nuovo atteggiamento di apertura della burocrazia espone certamente la Regione all’acquisizione di un debito fuori bilancio. Per ora la cifra si aggira sugli 1,2 milioni di euro, ma potrebbe crescere.
D’altra parte il lavoro, anche se “abusivo”, va pagato. È la tesi di 129 dei 135 precari, sostenuta in una nota dell’avvocato Vincenzo Belvedere. Belvedere è uno dei legali scelti dall’Asp per seguirla in alcune importanti cause. E, di recente, ha difeso (con una lettera alla Gazzetta del Sud) le ragioni del dg Mauro nel contenzioso che si è aperto con la struttura commissariale. Massimo Scura e Andrea Urbani chiedono la rimozione del dg perché non avrebbe segnalato una possibile – secondo i commissari – causa di inconferibilità. Mauro, infatti, poco prima della nomina, aveva vinto una causa di servizio contro l’Azienda che, almeno in teoria, avrebbe potuto proporre appello. Di tutt’altro avviso il direttore generale che, attraverso il proprio legale, ha risposto per le rime sul quotidiano siciliano. Il legame tra l’avvocato e il manager è antico: tant’è che il figlio di Mauro ha completato la pratica nello studio Belvedere, dove ha lavorato per alcuni anni. Davanti alle richieste dei 129 lavoratori, però, il legale cosentino si è contrapposto all’Asp. Con qualche valida ragione. Il principio di base è quello dell’indebito arricchimento: l’Asp si è giovata dei servizi resi dal personale assunto prima delle elezioni e adesso qualcuno deve pagare. Non fa una grinza: ma un conto è il pagamento, altro prendere per buona una convenzione che, di fatto, non c’è più.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x