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Tesseropoli Udc, «Talarico racconta bugie»

LAMEZIA TERME «Le 1.702 adesioni all’Udc della provincia di Catanzaro non sono in mio possesso, io ho potuto verificarne solo 170, le altre non mi è stato possibile nemmeno vederle. Anzi, quando il…

Pubblicato il: 25/11/2016 – 16:25
Tesseropoli Udc, «Talarico racconta bugie»

LAMEZIA TERME «Le 1.702 adesioni all’Udc della provincia di Catanzaro non sono in mio possesso, io ho potuto verificarne solo 170, le altre non mi è stato possibile nemmeno vederle. Anzi, quando il 20 maggio io, Massimo Sdanganelli e Simone Cicco siamo stati ricevuti a Roma da Lorenzo Cesa, lo stesso segretario del partito ha detto che le adesioni cartacee erano arrivate a Roma e che ci avrebbe permesso di visionarle, cosa che poi non è mai avvenuta». Giancarlo Nicotera, commissario provinciale per il tesseramento dell’Udc, bolla come «bugie» le affermazioni che Francesco Talarico, ex presidente del consiglio regionale, ha esternato nel corso di una conferenza all’indomani dello scandalo “tesseropoli” che ha investito lo scudo crociato calabrese. Un elenco di 1.702 adesioni è stato inviato l’11 aprile dalla mail personale di Francesco Talarico a uno dei responsabili dell’ufficio tesseramento del partito, Gianni Fabiano. Un file excel nel quale sono stati scoperti i nomi di diverse persone del tutto ignare di essere iscritte all’Udc. Tra queste vi è anche un sacerdote trentenne di una parrocchia del quartiere di Nicastro. Uno scivolone non da poco quello di inserire un prelato nella lista di un partito. Inoltre vi sono due insegnanti, persone da sempre iscritte ad altri partiti, come Forza Italia, e la lista sembra destinata a crescere. 
Nicotera si presenta in conferenza stampa con tutte le segnalazioni che dal 30 aprile scorso ha fatto al partito per sottolineare le anomalie del tesseramento, per chiedere un intervento e per sottolineare la sua estraneità a una campagna di iscrizioni che non aveva potuto controllare. «Ottavio Bruni – dice Nicotera riferendosi all’ex consigliere regionale che giovedì sosteneva Talarico – ha detto che una volta i panni sporchi si lavavano all’interno del partito, io per sei mesi ho provato a dialogare con in vertici senza ottenere nessuna considerazione». 



LE DUE LETTERE A TALARICO La prima segnalazione risale al 30 aprile. Giancarlo Nicotera invia una lettera al commissario regionale per il tesseramento, Angelo Cera, a Talarico e a Massimo Sdanganelli. Li avverte di non aver potuto visionare “de visu” almeno il 90% delle adesioni. Il “magheggio” delle iscrizioni avviene – secondo quanto scrive Nicotera – nello studio di Talarico quando i due si vedono per fare la “conta” dei tesseramenti della provincia di Catanzaro. Nicotera porta 170 adesioni che lascia sulla scrivania di Talarico «in attesa di ricevere le altre» che «lo stesso onorevole Talarico diceva di aver raccolto». Il primo attrito sui tesseramenti avviene proprio in questa occasione. Nicotera firma una prima lettera di accompagnamento delle adesioni, la stessa che Talarico giovedì sventolava come prova delle responsabilità uniche di Nicotera. Ma quello stesso giorno nonostante le insistenze del commissario per il tesseramento, l’ex presidente del consiglio regionale, nega la promessa di consegnare tutte le adesioni «entro due ore». «Invece quelle stesse adesioni – scrive Nicotera il 30 aprile – sembrerebbe siano state caricate e, soprattutto spedite (per quanto ho potuto sapere) senza il mio placet e senza che io le potessi vedere». 
A questo punto l’avvocato Nicotera, anche per tutelare il suo ruolo di commissario, lascia a Talarico una seconda lettera «ove rilevavo le anomalie, violazioni e a mio parere illegittimità anche nel modus operandi della campagna di tesseramento della raccolta delle adesioni». «Per quanto sopra detto – continua la lettera indirizzata a Talarico, Cera e Sdanganelli – non ho controfirmato e/o potuto controfirmare, anche per le adesioni avvenute secondo le norme regolamentari, nessun elenco delle adesioni, che quindi non mi è stato neanche consentito di predisporre».



L’ASSEGNO Per quanto riguarda l’assegno, sempre mostrato ieri da Talarico come prova contro Nicotera, lo stesso sempre nella lettera del 30 aprile scrive: «In merito ai soldi, come è a vostra conoscenza, ricordo che l’onorevole Talarico mi ha consegnato circa 4.150 euro. Assieme alla somma in mio possesso ho fatto quindi un assegno circolare che ho lasciato nella stessa carpetta delle 170 adesioni. Ad oggi non so neanche se questo assegno sia stato smarrito o meno. Preciso che io non l’ho né consegnato né spedito a Roma, così come è avvenuto con le adesioni». 



«TI TOLGO LA SEDE» Dopo avere precisato di essere stato privato del suo ruolo di commissario e di non poter garantire per la veridicità delle adesioni, Nicotera spiega: «Dopo aver chiesto delucidazioni all’onorevole Talarico, in una telefonata lo stesso per tutta risposta glissava sui punti ut supra e mi diceva che mi avrebbe tolto anche le chiavi della sede Udc di Lamezia, invitandomi a restituirgliele subito. In realtà poi – in maniera incredibile e inusitata – la storica sede dell’Udc, dalla notte al giorno, è stata completamente svuotata, senza che nessun dirigente locale ne avesse la benché minima conoscenza».



«SOPRAFFAZIONE COSTANTE E CONTINUA» Parla di «sopraffazione costante e continua» Massimo Sdanganelli, presidente della sezione lametina, anche lui autosospeso dal partito insieme agli altri. «Gli incontri che facevamo apparentemente erano momenti partecipativi ma le decisioni alla fine venivano prese da altri». In sostanza, per Sdanganelli non c’era possibilità di democrazia all’interno del partito.



«VOLTEREMO PAGINA» «Volteremo pagina – dice Nicotera a chi gli chiede cosa faranno adesso in seno al consiglio comunale –, per noi è una decisione gravissima, un dramma interiore. Tutti noi abbiamo trascorso una vita nella Democrazia cristiana senza mai cambiare casacca».
Giuseppe Costanzo parla di una «Udc ormai ridotta al lumicino». 
A chi chiede a Nicotera perché non si sia dimesso da commissario per il tesseramento, risponde: «Ho ragionato da avvocato, sono rimasto per poter portare avanti la mia battaglia, per poter inviare le segnalazioni delle anomalie e prendere le dovute iniziative». 
L’ultima iniziativa risale al 19 novembre quando viene presentata la denuncia sui tesseramenti alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. «Immediatamente dopo è stato convocato il congresso regionale», dice Nicotera. Congresso sospeso dopo lo scandalo delle false adesioni.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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