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Ristorazione sanità, fine dell'egemonia Siarc

CATANZARO Il Consiglio di Stato ha messo fine a un’egemonia iniziata prima del 2000. Il Tribunale amministrativo ha infatti riassegnato il servizio di ristorazione delle Aziende sanitarie e ospedal…

Pubblicato il: 26/11/2016 – 12:03
Ristorazione sanità, fine dell'egemonia Siarc

CATANZARO Il Consiglio di Stato ha messo fine a un’egemonia iniziata prima del 2000. Il Tribunale amministrativo ha infatti riassegnato il servizio di ristorazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria al raggruppamento temporaneo di imprese formato dalla Elior Ristorazione spa e dalla Ristorart Toscana. La gara, che era stata smontata dal Tar, era corretta. L’effetto principale di questa sentenza è la fine dell’impero Siarc che, nel solo Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, ha gestito il servizio a partire dal momento in cui l’Azienda ha esternalizzato la ristorazione.
Quando chiudono le cucine, l’allora direttore generale affida l’appalto alla Siarc per consentire la prosecuzione del servizio nelle more dei lavori di ristrutturazione. Da quel giorno la Siarc non uscirà più dal Ciaccio e, solo dopo qualche mese dopo, la cucina del Pugliese viene chiusa dalle autorità competenti e l’appalto affidato direttamente alla Siarc. La storia si evolve con due appalti pubblici (2004 e 2010) che vedono la partecipazione della sola Siarc che, ovviamente, li vince offrendo un ribasso enorme su un prezzo a base d’asta già molto alto.
Il prezzo lievita così fino ai 18 euro più Iva (che per le Aziende sanitarie è un costo non recuperabile) per poi essere riportato a 17 euro nel 2015 per effetto della spending review e a 12 euro nel 2016 per effetto della gara (partecipata da altre aziende) ultimamente aggiudicata dalla Stazione unica appaltante della regione Calabria.
Quindi, senza considerare gli anni antecedenti al 2000 e prendendo in esame solo gli ultimi tre lustri, all’Azienda sanitaria e alla Regione i pasti sono costati 750mila euro all’anno che, moltiplicati per 15 anni, portano alla cifra record di 11 milioni e 250mila euro. La rilevazione dei prezzi praticati in tutta Italia, però, accerta una media di 10/12 euro a giornata alimentare.
Da qui la domanda: perché la Siarc ha ottenuto questi prezzi di gran lunga maggiori? Forse perché la formulazione dei capitolati non consentiva con prescrizioni ad personam la partecipazione di altre società e le gare venivano fatte in periodi particolari dell’anno (sotto natale o in piena estate) senza la necessaria pubblicità?
L’ultima gara per il servizio fatta dalla Stazione unica appaltante e dalla Regione (e non più dal management dell’Azienda) ha avuto grande visibilità e partecipazione, anche perché la gara stessa accorpava più presidi ospedalieri e con lotti diversi. In ogni lotto e in ogni presidio si sono registrati gli stessi risparmi con ribassi rispetto al passato di circa il 30% che, complessivamente, nei prossimi 5 anni peseranno circa 20 milioni di euro di risparmio per le casse della Regione. I risparmi maggiori si riscontrano negli ospedali di Catanzaro e Cosenza, prima gestiti da Siarc e oggi da nuovi aggiudicatari (raggruppamento Ristorart/Elio a Catanzaro e raggruppamento Cardamone/Cascina a Cosenza). Anche gli ospedali di Lamezia e Soverato hanno registrato un risparmio perché la stessa Siarc, in questa gara, ha probabilmente dovuto abbassare il prezzo rispetto agli ultimi anni.

 

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