LAMEZIA TERME Sono oltre 100 i reclami arrivati a Banca Fideuram da parte dei correntisti di Lamezia Terme. È questa una delle notizie emerse nel corso della trasmissione “Mi manda Rai Tre” che andrà in onda lunedì mattina alle 10 e della quale il Corriere della Calabria può anticipare qualche passaggio. In studio saranno presenti alcuni correntisti truffati che avevano consegnato il proprio denaro nelle mani del private banker Vincenzo Torchia e che hanno scoperto di essere rimasti senza una lira.
A corroborare i racconti delle vittime sarà presente anche l’avvocato Domenico Villella mentre da Lamezia interverranno altri correntisti, assistiti dall’avvocato Cesare Matereasso. Nessuno è intervenuto in studio in rappresentanza di Torchia, indagato dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme quando, lo scorso mese di settembre, lo scandalo è venuto alla luce. Da parte sua Banca Fideuram non ha mandato rappresentanti in trasmissione, solo una nota nella quale emerge il fatto che oltre 100 persone avessero presentato reclamo alla banca e che lo stesso promotore finanziario fosse stato sospeso per due settimane, per motivi che non vengono specificati, a dicembre 2015 mentre il 20 settembre 2016, quando lo scandalo degli ammanchi nei conti dei clienti lametini stava venendo alla luce, Banca Fideuram ha risolto il contratto di agenzia che aveva con Torchia.
LA VICENDA Il bubbone di Banca Fideuram è esploso a settembre scorso mentre, come un’onda anomala, si stava diffondendo la notizia che parecchi clienti, affidati a Vincenzo Torchia, avevano scoperto grossi ammanchi nei propri conti. Qualcuno aveva perso tutti i soldi investiti, altri somme più o meno importanti. L’ammanco totale si aggira intorno ai quattro milioni di euro. I clienti avevano affidato senza problemi i propri risparmi a Torchia senza dubitare della sua competenza e onestà anche perché ogni volta che avevano bisogno di effettuare disinvestimenti le somme richieste venivano loro puntualmente consegnate e poi il private banker forniva sempre dei prospetti riepilogativi dai quali risultava che gli investimenti stavano producendo utili. La doccia gelata è arrivata a fine settembre. Qualcuno lo ha scoperto tramite la telefonata di un funzionario della banca che, dopo avere chiesto informazioni sulle somme investite e sul fatto che il promotore finanziario di riferimento fosse Vincenzo Torchia, invitava i clienti a recarsi urgentemente agli uffici della Fideuram. E qui ognuno ha potuto constatare come stavano realmente le cose, ossia che gli utili non esistevano. Al contrario, quei positivi prospetti nascondevano in realtà enormi ammanchi.
Per anni i clienti hanno vissuto convinti di stare facendo un affare sicuro e conveniente che stava fruttando ottimi interessi. La rabbia, una volta appresa la notizia, però, non si è rivolta contro il solo Torchia ma anche contro la Fideuram che non ha effettuato i doverosi controlli, lasciando che il consulente agisse liberamente per oltre dieci anni. Né la banca ha mai inviato rendicontazioni riepilogative sul patrimonio investito. Tutto quello che i clienti hanno sempre avuto erano esclusivamente i prospetti presentati da Torchia.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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