E venne il giorno del bavaglio! La buonanima di mio Padre avrebbe detto “Cose da Pazzi!” Anche Lui scriveva sui giornali. E anche i Suoi pezzi erano molto apprezzati. No, non era un «giornalista iscritto all’Albo», ma considerato che, oggi, fra tanti ottimi professionisti, si nasconde una miserabile ciurma di servi del malaffare e della malapolitica che offende mortalmente questa divina Arte, ne sono anche contento! A combatterla, questa teppaglia sgrammaticata e ignorante, sembra, a “prima botta”, che si perda tempo; e, invece, si tratta di una guerra santa che dobbiamo assolutamente combattere e vincere. Una Lepanto che dobbiamo assolutamente portare a casa!
Michel Dessì è uno dei più temerari giornalisti di questa sgangherata Calabria della penna, al momento assediata da una banda di sanguinari saraceni 2.0 della cultura e della comunicazione. Un giovane che sto vedendo crescere e maturare in un “mestiere” che gli ruba tutta la gioventù. Ad ogni ora del giorno e della notte. Un combattente della Verità, Onesto e Leale. E, dunque, inviso ai poteri occulti, alla malavita organizzata, ai malandrini senza guinzaglio, agli stupidi di paese, a chi non se le vuole sentir dire, le verità vere. In queste ultime ore, Michel è vittima delle faide interne ad una ex maggioranza comunale più sfrangiata di una vela dopo la burrasca: i scecchi si sciarrianu e i barili levanu a furia! La sua colpa? Scrivere attenendosi agli atti pubblici e alle evidenze.
Ma al Re nudo non piace sentirselo dire “Il Re è nudo!” perché, altrimenti, dovrebbe scappare lontano a nascondere le esibite miserande umane pudenda e anche la propria arrogante naïveté di essere caduto nella trappola di chi gli cuciva addosso l’abito inesistente (per chi non capisce, invito alla lettura della favola Gli abiti nuovi dell’imperatore, di Hans Christian Andersen). E scarica offese e larvate calunnie. Ma Dessì non piega la testa! E, per questo, viene preso a bersaglio di frecce avvelenate. E, come Michel, chiunque fra noi scriva anche solo un tweet, o un post ritenuto “contro”, viene investito da una letamata pari all’immoralità di chi la scrive. Sì, si respira una brutta aria a Taurianova. Malsana. Fatta di calunnie e volgarità. Un’aria cambiata.
Della nobilissima Città degli ulivi non è rimasto che un esile lontano ricordo. Un puntino luminoso all’orizzonte del buio tramonto. Della Regina della Piana, oggi resta il corpo devastato di un paese moribondo (ma non morto), che chiede ossigeno e riceve siringate di bile. Vivificanti dimissioni di massa, ormai inevitabili, magari esilî, sarebbero elisir. La Gente onesta e libera le aspetta. Anche la buona stampa libera. (In attesa del grappolo di calunnie settimanali… Per info sui miei vizi, gli interessati, senza sudare, possono fermarmi per strada e chiedere).
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