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Referendum, Zanetti e Galati: «Un Sì contro l'immobilismo»

  FEROLETO ANTICO A spiegare le ragioni del Sì al referendum costituzionale sono intervenuti, in un incontro a Feroleto Antico, Giuseppe Galati, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze …

Pubblicato il: 28/11/2016 – 15:46
Referendum, Zanetti e Galati: «Un Sì contro l'immobilismo»

 

FEROLETO ANTICO A spiegare le ragioni del Sì al referendum costituzionale sono intervenuti, in un incontro a Feroleto Antico, Giuseppe Galati, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Enrico Zanetti, il consigliere regionale Ennio Morrone e il docente di diritto privato all’Unical Enrico Caterini. «Un disegno di legge – ha affermato Galati introducendo i lavori – oggi impiega più di 800 giorni per essere approvato. Con la riforma si semplificano le procedure consentendo di legiferare al momento giusto e con tempi ragionevoli. I rapporti tra lo Stato e le regioni saranno regolati in maniera chiara. In questi anni abbiamo assistito a troppi conflitti di competenza tra le parti».
«Non possiamo – ha aggiunto – cedere il passo a una deriva populista come quella dei Cinquestelle. Per questo siamo in prima linea per sostenere le ragioni del Sì. Questa riforma, inoltre, non presenta caratteri autoritari, ma ha tutti i connotati necessari per determinare un buon governo del Paese». «Mi domando, nel caso in cui dovesse vincere il No, come l’accozzaglia che sostiene tale posizione – ha concluso Galati – possa insieme adoperarsi per produrre un’altra riforma. Votare No significherebbe rimanere nell’assoluto immobilismo».
«Il referendum – ha osservato il vice ministro Zanetti – è un momento importante per la vita del Paese. Il superamento del bicameralismo perfetto e il superamento delle competenze concorrenti tra lo Stato e le Regioni sono due facce della stessa medaglia. Rappresentano due elementi cardine della riforma. Altri aspetti significativi sono la riduzione dei costi della politica e l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro. Verrà messo un tetto allo stipendio dei consiglieri regionali che non potranno guadagnare più del sindaco capoluogo di Regione. Questa è una riforma che servirà al Paese per i prossimi 50 anni».
«La riforma – ha spiegato Morrone – poteva essere più incisiva, ma in ogni caso rappresenta un primo passo. Occorre dare fiducia a Renzi e al Parlamento. Una volta per tutte definisce le competenze tra Stato e Regioni. Tanto per citare un esempio avremo finalmente una sanità uguale per tutti, non come accade oggi».
Secondo il docente dell’Unical Enrico Caterini, «la riforma rappresenta una buona occasione per l’Italia e il Mezzogiorno». «La modifica del titolo V, la modifica del Senato e del procedimento di formazione delle leggi – ha osservato ancora – rappresentano elementi rilevanti e tra di loro connessi. Occorre chiarire una cosa: i poteri del governo restano invariati; il nostro sistema rimane lo stesso, non subisce stravolgimenti. Il nuovo Senato farà da raccordo tra gli interessi regionali e quelli sovrannazionali e comunitari; ciò non era mai avvenuto. La riforma consentirà al Parlamento di riprendere in mano l’iniziativa legislativa e permetterà all’esecutivo di governare. Infine, occorre ricordare che il procedimento legislativo di iniziativa popolare non ha mai funzionato fino ad oggi. Con la riforma si dà consistenza a questo strumento senza la necessità di assoggettarsi ai rappresentanti eletti dal popolo».
Hanno partecipato al dibattito: Francesco Bianco, Comitato Liberi Sì Catanzaro, Salvatore De Biase Comitato Liberi Sì Lamezia Terme, Francesca Gallello, Comitato Liberi Sì Crotone, Francesca Montilla, Comitato Liberi Sì Donne Provincia di Catanzaro e Antonio Saporito, Comitato Liberi Sì giovani professionisti Calabria. Presenti in aula numerosi sindaci e amministratori calabresi.

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