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BORDERLAND | Il super condominio sotto il controllo del clan

CROPANI Il “Villaggio Carrao” di Cropani, un super condominio fatto di villette e palazzine, era sotto lo stretto controllo del clan Trapasso. Gli abitanti erano costretti a pagare una sorta d…

Pubblicato il: 29/11/2016 – 16:06
BORDERLAND | Il super condominio sotto il controllo del clan

CROPANI Il “Villaggio Carrao” di Cropani, un super condominio fatto di villette e palazzine, era sotto lo stretto controllo del clan Trapasso. Gli abitanti erano costretti a pagare una sorta di “tassa condominiale” in cambio della quale ricevevano un servizio di protezione. La guardiania sul Villaggio era imposta grazie alla forza intimidatrice della cosca. La vigilanza sul condomino  era stata affidata a Roberto Cosco. I condomini, secondo gli inquirenti, non potevano non essere consapevoli che il servizio imposto dai Trapasso era una vera e propria protezione mafiosa. All’interno del villaggio vi erano, infatti, due categorie di vittime. Da un lato i soggetti non graditi ai guardiani, come commercianti e ambulanti, che venivano trattati con minacce e violenze esplicite. Dall’altro i condomini, proprietari e occupanti dei villini, per i quali non esiste la prova di una esplicita minaccia a pagare la tassa di guardiania. «Questi ultimi – scrive il gip – sono per lo più villeggianti che che non abitano in loco e che lasciano incustodite le loro proprietà per lunghi periodi, incorrendo nel pericolo di furti e danneggiamenti. In questo caso le “vittime” si affidano a chi ha un «controllo capillare del territorio». Roberto Cosca fa il contabile e in qualche caso anche l’esattore nei confronti di chi non paga proprio spontaneamente.
Due episodi sono emblematici: una famiglia aveva subìto un furto. A questo punto la famiglia, che pagava, «richiedeva protezione per il furto subito» e subito dopo l’organizzazione si metteva in movimento.
Vi è poi l’episodio del furto delle biciclette. Anche in questo caso il gruppo di vigilanza si attivò. Le biciclette vennero ritrovate e colui il quale era sospettato di essere il ladro venne convocato d’imperio davanti a Tommaso Trapasso. Il proposito era di punire il ladro e anche suo padre, reo di connivenza con il figlio.
Ma l’episodio più grave avviene quando forze dell’ordine entrano nel Villaggio in seguito a una violenta lite nella quale era stato coinvolto Francesco Tropea. Questo fatto proprio non era andato giù al capo clan, Giovanni Trapasso. Il boss, dopo quell’episodio aveva dato un ordine preciso contro i Tropea: «Che non si avvicinino al Villaggio». Nella lite, fatto gravissimo, era stato coinvolto il nipote di un ispettore di polizia finito in gravi condizioni all’ospedale. E la cosa era finita sui giornali che avevano parlato di una banda già conosciuta alla Procura per usura ed estorsione.
Qualcuno andava punito per avere messo in pericolo il comprensorio di riferimento della cosca. E questa persona era Vincenzo Tropea, detto “Cenzo”, uno dei responsabili del gruppo Tropea. «Dal Villaggio devono sparire – è l’ordine di Giovanni Trapasso – … e come avete l’opportunità picchiate a Cenzo ma non scherzando Salvatò, come c’è l’opportunità, o con queste pecore o a lui personalmente, picchiate a lui e a tutti coloro che sono a fianco, picchiate fin quando vanno a finire all’ospedale».

ale. tru.

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