CATANZARO La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione, «per non aver commesso il fatto», del senatore Pietro Aiello, di Area popolare Ncd-Udc, che era accusato di voto di scambio con agevolazione della consorteria Giampà di Lamezia Terme durante le elezioni regionali del 2010. La Procura della Repubblica di Catanzaro aveva presentato appello contro la sentenza dell’ottobre 2015 con la quale il parlamentare era stato assolto da tutti i fatti a lui ascritti.
Il procuratore generale d’udienza, Di Maio, il 22 novembre scorso, aveva chiesto la condanna a due anni e sei mesi di reclusione. Il difensore di Aiello, Nunzio Raimondi, nell’udienza di oggi, ha contrastato l’appello del pm e ha chiesto la conferma della sentenza di assoluzione. La Corte ha, dunque, emesso la sentenza di conferma dell’assoluzione per non aver commesso il fatto, riservando in trenta giorni il deposito della motivazione. «Da uomo delle istituzioni – ha detto Aiello dopo la sentenza – ho sempre creduto nella giustizia essendo il mio animo sereno e la mia coscienza libera da ogni fardello. Continuerò a credervi nella certezza che la verità trionfa sempre e che può esistere impegno pubblico autentico, scevro da qualsivoglia condizionamento e deviazione. Ringrazio la mia famiglia, la quale mi ha sempre sostenuto durante questo lungo periodo di sofferenza e il mio difensore, il professore Nunzio Raimondi, per la diligente e appassionata difesa delle mie ragioni. Ringrazio anche tutti coloro che hanno sempre creduto nella totale estraneità alle gravi incolpazioni elevate verso di me, continuando a sostenere la mia azione e le mie battaglie politiche».
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