CATANZARO All’ultimo miglio, proprio alla vigilia del 4 dicembre, scoppia la polemica in casa del Pd calabrese. L’annunciata visita di Matteo Renzi al Cilea di Reggio Calabria, per la mattina di venerdì, ha fatto saltare dalla sedia il presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno. Che in una lettera inviata al premier e al segretario regionale del partito Ernesto Magorno esprime tutto il suo «rammarico» per il mancato approdo di Renzi nel capoluogo calabrese. «Il gruppo dirigente del Pd della federazione di Catanzaro – i sindaci, i consiglieri comunali, i consiglieri regionali e provinciali, gli amministratori, impegnati nel promuovere le ragioni del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre, erano convinti che, almeno questa volta, tu avresti visitato la città capoluogo, anche tenendo conto dell’imminente appuntamento con le elezioni amministrative della prossima primavera».
È un lungo rosario di recriminazioni quello avanzato da Bruno nei confronti di Renzi: «Catanzaro attende dalla tua elezione a segretario nazionale del partito, e quindi dalla tua nomina a presidente del Consiglio dei ministri, un segno di attenzione anche come opportunità di rilancio della sua funzione direzionale, politica e culturale quale capoluogo di regione. Un capoluogo che vede, finalmente, una prestigiosa sede fisica con cui identificarsi e identificare l’intera regione, ma che continua ad essere “saltato” nelle tue visite istituzionali con enorme delusione di militanti e simpatizzanti del Pd, ma prima di tutto dei tanti cittadini che in questi anni di direzione del partito e di guida del governo hanno riposto in te fiducia e speranza».
Davanti a quella che Bruno non esita a definire «l’ennesima delusione», c’è la necessità «di farmi portavoce dei sentimenti di amarezza che accomunano quanti erano pronti ad accoglierti in una visita che avrebbe sicuramente dato grande visibilità a Catanzaro, quella che merita un capoluogo di regione».
Per Magorno (nonostante non abbia rnessuna responsabilità sulla scelta degli spostamenti del premier-segretario), che aveva definito l’arrivo di Renzi un «momento imperdibile», è una doccia fredda. La seconda, in realtà, dopo la dura contestazione in quel di Praia a Mare. La strada verso le urne è più impervia del previsto.
an. ri.
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