CATANZARO Ribaltata – in parte – in Appello la sentenza del processo Sibarys contro la presunta cosca degli zingari di Cassano allo Jonio. Dopo due anni la Corte di Appello di Catanzaro, presieduta dal presidente Francesca Garofalo (giudici a latere Antonio Giglio e Antonio Saraco) ha emesso la sentenza di secondo grado ribaltando alcune posizioni, tra cui quella di Francesco Abbruzzese, detto “Dentuzzo” (difeso dall’avvocato Roberta Provenzano) per il quale è stata emessa una sentenza di assoluzione per “ne bis in idem” in quanto già assolto anche nel processo “Lauro”. In primo grado il presunto capo mafia della cosca Abbruzzese aveva avuto una condanna a sette anni di carcere. Non doversi procedere per lo stesso motivo anche per Rocco Azzaro (in primo grado condannato a 4 anni e difeso dagli avvocati Antonio Sanvito e Francesco Oranges) e Ciro Nigro (condannato in primo grado 4 anni e difeso dagli avvocati Antonio Sanvito e Marcello Manna). Nigro è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio Cimino nel processo “Timpone Rosso”.
Rispetto alla precedente sentenza, sono stati assolti per non aver commesso il fatto Natale Altimari e Antonio Basile, condannati in primo grado rispettivamente a 2 anni e 6 mesi e 3 anni e 8 mesi di carcere. Inoltre, è stata emessa una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta morte del reo nei confronti di Nicola Bevilacqua (in primo grado condannato a 4 anni e 6 mesi), mentre è stato dichiarato prescritto il reato contestato a Nicola Abbruzzese che in primo grado doveva scontare una pena di 6 mesi di reclusione. Confermate invece le altre condanne, ovvero 6 anni e 8 mesi ad Antonio Serrago; 7 anni a Damiano Pepe; 6 anni e 8 mesi a Dino Oliva; 3 anni e 8 mesi a Antonio Basile; 7 anni e un mese ad Aldo Caporale; 7 anni e 6 mesi per Antonio Gatto; 6 anni e 8 mesi a Renato Nociti; 10 anni e 6 mesi a Leonardo Mario Arcidiacono; 22 anni a Salvatore Di Cicco. Di Cicco doveva rispondere di ben 22 capi di imputazione che vanno dall’associazione mafiosa ad altri 20 reati fine. Infine è stato riunito il procedimento che riguardava Pino Gagliardi (difeso dall’avvocato Lucio Esbardo) condannato in primo grado e assolto oggi in Appello. Gagliardi aveva scelto il rito abbreviato.
Gli imputati – a vario titolo – erano accusati di associazione mafiosa, traffico di droga e altri reati che sarebbero stati commessi per agevolare la presunta cosca di appartenenza a Cassano all’Jonio e in territori limitrofi fino a luglio del 2002. Nel collegio difensivo, tra gli altri, ci sono gli avvocati Roberta Provenzano, Antonio Sanvito, Francesco Oranges, Marcello Manna, Gianluca Garritano, Arnaldo Parrotta, Anna Elisa Caporale e Paolo Carnuccio, Luigi Bonofiglio, Vincenzo Galeota e Cristoforo Salerno.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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