Della grande Cosenza se ne parlò ad iniziare dagli anni ’60 senza che mai nessuno abbia proposto, però, la fusione dei Comuni dell’area urbana.
La proposta di città unica Cosenza, Rende e Castrolibero è stata da me avanzata nel 1994 e reiterata a più riprese con interventi sulla stampa ed in diversi convegni. Dopo qualche anno l’idea fu fatta propria da diversi esponenti politici ad ogni vigilia di campagna elettorale. Ed ovviamente non se ne fece nulla. Dal 2014 ad oggi essa è stata rilanciata dall’associazione “Io partecipiamo” con la quale abbiamo organizzato due importanti convegni molto partecipati a Cosenza e Rende e costituito il “Cantiere civico intercomunale per la grande Cosenza” che ha registrato l’adesione di cittadini residenti nei tre comuni. La nostra proposta, per come ampiamente riferito dalla stampa, non si è limitata ad evidenziare i vantaggi della città unica ma ha prospettato anche una concreta ipotesi dell’assetto politico-amministrativo che dovrà avere il nuovo Ente.
Cosenza, Rende e Castrolibero, sia dal punto di vista dell’assetto territoriale che delle relazioni economiche, sociali e culturali, non sono tre ma una sola città. Questo dato è ormai riconosciuto da tutti. Non si comprende, però, perché ci si ostini ancora a mantenere in vita il paradosso costituito da una città amministrata da tre comuni, con tutte le negatività che ciò ha determinato e continua a determinare in termini di programmazione del territorio, di servizi sanitari, sociali, culturali e di trasporto pubblico. D’altra parte, anche i sondaggi effettuati in passato hanno confermato che la gran parte dei cittadini interpellati si è manifestata a favore del Comune unico. E non avrebbe potuto essere diversamente dal momento che la maggioranza dei rendesi e castroliberesi di oggi sono i cosentini di ieri. La realizzazione della città dell’area urbana che potrebbe comprendere anche Montalto, Rose, Mendicino e Zumpano, secondo noi, non è più rinviabile. E’ doveroso agire subito anche per compensare i tagli imposti agli Enti locali per effetto della crisi economica e del debito pubblico con i contributi statali straordinari previsti per i nuovi Comuni nati da fusione. Dallo scorso anno ad oggi, le fusioni realizzate in Italia sono state 26, hanno interessato 62 Comuni e determinato la soppressione di 36. Sono stati effettuati 25 accorpamenti al Nord e soltanto uno al Sud. Questi nuovi Comuni hanno ottenuto nel 2014 un contributo statale straordinario di 9 milioni di euro che continueranno ad avere per altri 10 anni consecutivi.
In Calabria, salvo l’eccezione di Rossano-Corigliano e dei comuni di Serra Pedace, Pedace, Spezzano Piccolo, Casole Bruzio e Trenta, nessun passo concreto in avanti è stato fatto. Le principali cause risiedono nella mancanza di coraggio di gran parte della politica locale e nell’inadeguatezza della legislazione regionale che non prevede, a differenza di quella delle regioni del Nord, incentivazioni finanziarie aggiuntive a quelle statali e, soprattutto, preclude ai cittadini il potere di iniziativa nel procedimento di fusione dei comuni, nei casi di inerzia dei Comuni. L’anno scorso abbiamo auspicato l’approvazione da parte del Consiglio regionale di una disciplina organica atta ad incentivare l’accorpamento dei comuni limitrofi prevedendo: l’intervento diretto dei cittadini per richiedere alla Regione la convocazione del Referendum, in caso di inerzia dei Consigli comunali mediante una sottoscrizione del 10% degli elettori di ciascun Comune; la previsione di contributi regionali aggiuntivi a quelli statali da assegnare per cinque anni consecutivi ai nuovi comuni nati da fusione; una riduzione del 30% dell’addizionale regionale in favore dei cittadini residenti nei Comuni di nuova istituzione, per cinque anni consecutivi.
Queste nostre proposte, ovviamente, sono cadute nel vuoto, forse perché non facciamo parte del palazzo. L’idea di fare di Cosenza, Rende e Castrolibero un Comune unico, ancorché in presenza di una legislazione regionale carente, deve però concretizzarsi in tempi brevi, al pari dei comuni della Presila e di Rossano-Corigliano, perché dell’argomento se ne discute da decenni e, di recente, ha ottenuto anche l’adesione dei tre i sindaci e del presidente della Regione. Non è plausibile, pertanto, sostenere dopo anni di dibattiti che hanno coinvolto migliaia di cittadini, la necessità di un doppio Referendum, uno precedente e uno successivo alle deliberazioni dei tre consigli comunali.
Se si ritiene necessario un ulteriore coinvolgimento dei cittadini non serve un Referendum preliminare, basta una petizione popolare rivolta a sollecitare i Consigli a deliberare l’atto di impulso per la fusione dei tre Comuni. L’associazione “Io partecipiamo e il “Cantiere civico intercomunale per la grande Cosenza” sono pronti a collaborare per la raccolta delle firme.
*presidente associazione “Io partecipiamo”
ed ex sindaco di Cosenza
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