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Scopelliti lancia il No e boccia Salvini

BARI Renzi, nella “sua” Reggio Calabria, tirava la volata per il Sì al referendum mentre Scopelliti, che si riaffaccia – in maniera graduale – alla politica dopo la condanna del 2013 e la decadenza…

Pubblicato il: 02/12/2016 – 17:57
Scopelliti lancia il No e boccia Salvini

BARI Renzi, nella “sua” Reggio Calabria, tirava la volata per il Sì al referendum mentre Scopelliti, che si riaffaccia – in maniera graduale – alla politica dopo la condanna del 2013 e la decadenza dalla presidenza della giunta regionale, a Bari sosteneva le ragioni del No. «È l’ultimo sprint per il no al referendum e alla riforma Renzi-Boschi – ha detto l’ex governatore –. Al Sud la campagna contro la riforma ha avuto un grande seguito. Azione nazionale, oltre alle primarie, sostiene e auspica che il prossimo leader del centrodestra sia un meridionale, legato al territorio, una personalità in grado di risollevare il Mezzogiorno restituendo dignità ai suoi cittadini». Scopelliti, dunque, all’incontro “Le ragioni del No per la sovranità popolare”, nella sede della Fondazione Giuseppe Tatarella, traccia anche l’identikit di un nuovo “capo” del centrodestra che non coincide con Matteo Salvini, ed è anche questo un segnale. «Azione nazionale nasce per riunire la destra, in una alleanza allargata, da Forza Italia a Parisi fino alla Meloni e Salvini – ha concluso Scopelliti -. È necessaria una alternativa che sia di governo, fondata sulla credibilità e i contenuti programmatici».

FERRO: «RENZI EVOCA SPETTRI» «Domenica saremo chiamati a votare si o no alla riforma costituzionale fortemente voluta da Renzi. Non sorprende tanto che il presidente del consiglio sostenga la riforma, quanto i modi e i termini con cui chiede ai cittadini di votare per il sì. Non sembra azzardato affermare che il presidente del consiglio ha diffuso un senso generalizzato di paura evocando spettri di fame, carestia, pestilenza, povertà, fallimenti di banche e mi fermo qui per carità». Lo afferma, in una nota, la vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro. «Tutti pronti, allora – prosegue – se vincesse il no, a sgomitare per entrare nell’arca di Noè che ci salverà dal nuovo diluvio universale, anche se, naturalmente non ci sarà posto per tutti. Sappiamo già che noi non saremo tra i privilegiati che vi troveranno posto, dato che chi ha deciso di esercitare il proprio diritto di votare no è già stato iscritto nelle liste di proscrizione di quelli che il presidente del consiglio ha definito “accozzaglia” con una caduta di stile che non ha precedenti nella storia della politica italiana (ammesso che lo stile sia considerato ancora una qualità). I libri di storia narrano che neanche in occasione del referendum “monarchia o repubblica” del 2 giugno di settanta anni fa si assistette a tanta ostilità e che la gente, in quell’occasione, si recò a votare con maggiore serenità di quanto sta accadendo oggi senza essere costretta a subire premonizioni di tragedie e di calamità. Tutti erano consapevoli di essere stati chiamati a decidere del futuro della loro Patria, un futuro ben più importante di quello della riforma costituzionale di oggi che Renzi sembra volere a ogni costo. Lecito, allora, chiedersi cosa si nasconde dietro questa spietata rincorsa alla vittoria del sì, dal momento che anche i meno avveduti hanno capito che il futuro del nostro Paese non dipende dal risultato del referendum, ma dalla inadeguatezza di quella parte della politica impegnata a difendere soltanto gli interessi di una finanza speculativa in danno di quei cittadini onesti che ogni mattina alzano le saracinesche della loro vita e sono costrette ad inventarsi qualcosa per poterle rialzare il giorno dopo. Ci dicano, dunque, la verità, almeno per una volta. Ci dicano qual è il vero interesse del presidente del consiglio a portare a casa una riforma costituzionale che non serve al Paese. Ci dicano a chi giova una riforma costituzionale che, se vincesse il sì, determinerebbe un indebolimento della buona politica in favore di centri decisionali selezionati dagli speculatori di turno che, senza scrupoli, hanno iniziato a muovere con grande anticipo i mercati finanziari, quell’oscuro posto ove pochi hanno accesso e che sono capaci, questi sì, di determinare negativamente le sorti della nostra economia». «Non abbiamo paura del lupo cattivo – conclude Wanda Ferro – la favola avrà un lieto fine solo se vince il no».

M5S: «DA RENZI STRATEGIA CLIENTELARE» «Il M5s, invece, attacca frontalmente il premier in visita in Calabria: «La presenza di Renzi in Calabria conferma la strategia clientelare del governo rispetto al referendum di domenica, con le promesse, la proiezione di finanziamenti milionari e il solito teatro della rinascita della regione, che puntualmente non arriva». Lo affermano in una nota i deputati M5s Paolo Parentela e Dalila Nesci. «L’utilizzo del teatro reggino Cilea per lo show di Renzi – proseguono – conferma lo squilibrio della gestione della struttura nei confronti del primo ministro, il quale perderà il referendum nonostante il dispiegamento del potere a tutti i livelli istituzionali e gastronomici, date le fritture di pesce promesse da De Luca. Nei giorni scorsi i renziani Magorno e Bruno Bossio sono stati fischiati a Praia a Mare (Cosenza) da una comunità consapevole, informata e reattiva. Crediamo che i calabresi non accetteranno le bugie del premier, che in Calabria non ha risolto nulla e che ha contribuito allo sfascio della sanità grazie alla protezione politica garantita ai commissari Scura e Urbani». «Per il governatore Oliverio – concludono Parentela e Nesci – i guai inizieranno il 5 dicembre, quando con la sua sconfitta si renderà conto dell’infausta scelta compiuta, contraddittoria e del tutto opposta al bene dei calabresi».

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