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Unical, un freno alla Parentopoli

RENDE Due parenti nello stesso dipartimento possono bastare. Adesso che lo ha stabilito anche il Consiglio di Stato, per Mario Caterini le possibilità di arrivare a una chiamata per il posto di pro…

Pubblicato il: 03/12/2016 – 15:00
Unical, un freno alla Parentopoli

RENDE Due parenti nello stesso dipartimento possono bastare. Adesso che lo ha stabilito anche il Consiglio di Stato, per Mario Caterini le possibilità di arrivare a una chiamata per il posto di professore di seconda fascia sono praticamente nulle. La sentenza dello scorso 15 novembre, per Masterlex.it, il portale legale che l’ha riportata, «pone un freno alla parentopoli universitaria». Il caso nasce tra i cubi dell’Unical: a Caterini, ricercatore a tempo indeterminato del dipartimento di Scienze aziendali e giuridiche, è stata preclusa la chiamata diretta a professore di ruolo. Questo per via del decreto rettorale con il quale l’ateneo di Arcavacata disciplina la chiamata dei professori di ruolo di prima e seconda fascia con le relative cause di incompatibilità. Ce n’è una molto chiara: «Non possono partecipare al procedimento per la chiamata coloro i quali abbiano un grado di parentela, o di affinità, fino al quarto grado compreso, con un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata…».
Per l’area giuridica, tra gli idonei nella prima tornata 2012 dell’abilitazione scientifica nazionale, risultava esserci, per l’appunto, il ricercatore Mario Caterini. Il Consiglio di dipartimento di Scienze aziendali e giuridiche, però, ha bloccato la chiamata, perché nello stesso dipartimento sono afferenti il fratello, il professor Enrico Caterini, e la moglie di quest’ultimo, la professoressa Giovanna Chiappetta. Niente da fare, dunque, per il ricercatore, “bocciato” nella seduta del 22 ottobre 2014. E poi anche dal Tar di Catanzaro, i cui giudici hanno sottolineato che l’obiettivo del regolamento è quello «di evitare – scrive Masterlex.it – situazioni di compresenza di congiunti all’interno della stessa università; questo a tutela del bene primario del prestigio e della credibilità dell’istituzione stessa». Caterini non si è arreso. Tra le sue contestazioni, il fatto che «il “Regolamento per la disciplina della chiamata dei professori di ruolo di prima e seconda fascia in attuazione degli artt. 18 e 24 della legge n. 240/2010″ non contiene alcuna motivazione». Obiezione non condivisa dal Consiglio di Stato. I giudici di secondo grado hanno spiegato che, per evitare possibili favoritismi, è innegabile che per le procedure concorsuali sussista un’incompatibilità per tutti i soggetti legati da un rapporto di parentela o affinità, fino al quarto grado compreso, con alcune figure accademiche. Principio che vale, a maggior ragione, per le chiamate dirette. Questione chiusa, dunque.

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