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Meglio vendere il nostro patrimonio archeologico

Visto che del destino del più ricco patrimonio archeologico, artistico, storico e culturale dell’Italia del Sud (forse dell’Italia) non ce ne importa nulla, né alla casta dei nostri padroni (seh!) …

Pubblicato il: 04/12/2016 – 8:38
Meglio vendere il nostro patrimonio archeologico

Visto che del destino del più ricco patrimonio archeologico, artistico, storico e culturale dell’Italia del Sud (forse dell’Italia) non ce ne importa nulla, né alla casta dei nostri padroni (seh!) né al popolo calabrese, monetizziamo con la vendita e dividiamoci il ricavato.
Che ce ne facciamo di tutte le “crete” di Medma, peraltro vecchie di tremila anni?
E a quei due “manichini” di bronzo di Riace, abbandonati in una sala, costata milioni di euro, del museo di Reggio, che destino vogliamo assegnare? Impossibili da raggiungere in aereo, treno, pullman, auto, che cavolo di utilità hanno? Sbigliettiamo sì e no per qualche spicciolo all’anno: fossero a Parigi guadagnerebbero più di una mignotta vergine ai tempi di Toulouse-Lautrec. Dunque, fondiamoli e vendiamo il metallo, no?
E di quei pietroni del Tempio di Kaulon, che il mare sta cercando di fotterci a gratis, perché non ci facciamo mercato? Magari li comprano i cinesi per farne sampietrini.
E tutti quei mosaici della Villa Romana di Casignana, delle Sinagoghe di Bova Marina, degli scavi di Monasterace: se li vendiamo a qualche mafiosone russo o cinese, sai quanto ci mettiamo in tasca?
E Locri, Sibari, Borgia, Stilo, Vibo, Crotone: sono CAVE!!!! Smontiamole e saranno miliardi per le nostre tasche. Come quel giornaletto rossastro, il Codex Purpureus di Rossano: c’è un mio amico che fa collezione di vecchi Topolino e Intrepido. Secondo me, comprerebbe anche quel fumetto lì anche costasse una fortuna.
Mentre la Colonna di Capo Colonna (che cambierebbe nome, finalmente) la potrebbe acquistare qualche emiro, per legarci la moglie e frustarla in caso guardasse Uomini e Donne alla tv. Chè, poi, si rovina la testa con idee strane.
Insomma, considerato il menefottismo nostro ad andare almeno a visitarlo la domenica, questo Tesoro inimitabile, invece che mutilarci il cervello e il futuro nei centri commerciali; considerato il disinteresse dei politici locali e nazionali e della sottintendenza; considerata l’impossibilità per visitatori, curiosi o esperti, comunque turisti, di conoscere e raggiungere questi santi luoghi, VENDIAMO e “spartimu”. Chissà che “non ci esca” un Natale ricco. Almeno per quest’anno… #patrimonioartisticodellaCalabriainmanoaipirati

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