REFERENDUM | La Calabria boccia la riforma costituzionale

LAMEZIA TERME I dati sono ancora parziali ma la tendenza è chiara. Anche la Calabria si allinea al resto d’Italia e boccia la riforma costituzionale voluta dal governo. I dati ufficiali, seppur parziali, che arrivano dal Viminale – alle due della notte -indicano una percentuale alta tra quanti hanno votato “No” al quesito referendario confermativo della legge Boschi. Circa 7 calabresi su 10 infatti non hanno creduto nel pacchetto di modifiche costituzionali proposto dall’esecutivo Renzi e approvato a maggioranza dal Parlamento. Su 2.047 sezioni scrutinate rispetto alle 2.414 presenti nell’intero territorio calabrese il No si è attestato al 67,02 per cento contro 32,98 per cento di quanti erano favorevoli al quesito referendario. Un distacco netto, anche superiore al resto del Paese, che boccia irreversibilmente la riforma. Contribuendo così alla decisione dello stesso premier di rimettere il mandato.
L’unico dato che non cambierà è quello che piazza la Calabria all’ultimo posto in Italia per affluenza alle urne (54,42%), secondo un trend già chiaro dal primo pit stop delle 12 e poi consolidatosi.
L’altra certezza è che, con tutti i pezzi grossi del centrosinistra regionale schierati al fianco di Renzi, il bottino – in prospettiva – appare magro. Sono serviti a poco gli appelli e le manifestazioni, la discesa dei big (premier in testa) e l’impegno a testa bassa delle ultime settimane, quando il governatore Oliverio e il Pd hanno dato fondo alle riserve e alla loro macchina elettorale. Quella macchina elettorale, capace, di portare il presidente della giunta regionale al timone della Regione nel 2014 si è arrugginita. Questa volta non lo dice un sondaggio ma una rilevazione con il timbro del ministero dell’Interno. E da questi numeri piuttosto miseri bisognerà ripartire.