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Oliverio chi?

Mario chi? Quello che sabato ha diffuso una nota a poche ore dal referendum (giusto per ricordare che «il governo ha mantenuto le promesse») o Mario il portabandiera del Sì, convinto dalla promessa…

Pubblicato il: 06/12/2016 – 12:29
Oliverio chi?

Mario chi? Quello che sabato ha diffuso una nota a poche ore dal referendum (giusto per ricordare che «il governo ha mantenuto le promesse») o Mario il portabandiera del Sì, convinto dalla promessa che la Legge di Bilancio gli avrebbe affidato le chiavi della sanità?
No, l’altro Mario: quello che «la presenza del premier Matteo Renzi è significativa», quello che firmava con gli occhi lucidi il Patto per la Calabria. E ce lo riproponeva un comunicato stampa sì e l’altro pure. Con cifre in continuo aggiornamento: 800 milioni per la Calabria, 1 miliardo e mezzo, addirittura 2,6 alla vigilia della consultazione (e meno male che la campagna elettorale è finita).
Che fine ha fatto il governatore? Chi lo conosce lo sa. Davanti ai problemi Oliverio (troppo) spesso si eclissa. Di solito apre indagini interne. Ma questa volta viene oggettivamente difficile immaginarne una (con chi te la vai a prendere per la sconfitta, con Mario?). Prima del voto è il tempo della politica, le magnifiche sorti e progressive delle riforme: i grandi progetti si mettono al centro dell’agenda. Quando le elezioni vanno male ci si rifugia nel “governo dei fatti” (per i calabresi stiamo facendo questo, questo e quest’altro ancora). Oliverio, per sua sfortuna, lo sa bene. Da quando è al timone della Regione, alle urne non ne è andata bene una. Il consenso eroso, almeno finora, non è valso a nulla. L’autocritica? La prossima volta. I calabresi che hanno scelto il No, i consensi in fuga dal Pd e dalla maggioranza? Lasciamo perdere, abbassiamoci fintanto che passa la piena, tanto si fa presto a dimenticare. Buttiamoci sul “governo del fare”. Qualcuno si chiede che fine abbia fatto Mario. Lo abbiamo cercato anche sui social, che frequenta spesso – sguardo volitivo e annunci istituzionali – per diffondere il verbo del suo governo. Niente: è sparito anche dai suoi avamposti virtuali. Una cosa l’ha fatta, per la verità. Ha cambiato foto del profilo. Un bello scatto lo ritrae al centro di una Calabria meticcia che si apre a giovanissimi migranti. Scelta simile a quella di Maria Elena Boschi (nuova foto per il quasi ex ministro alle Riforme) che, però, l’ha accompagnata con parole inequivocabili. Oliverio no, si è nascosto. Capita quando l’aria si fa pesante. Quando dalla Regione arrivano provvedimenti che fanno gridare allo scandalo. Quando gli elettori bocciano la sua coalizione. Cala il silenzio. Sparisce il Mario che ha votato Sì e ne spunta un altro. Un Oliverio che si comporta come un astenuto qualsiasi. Uno che al referendum guardava con olimpico distacco. Già, quale referendum?

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