REGGIO CALABRIA Potrà passare il Natale nella storica villa di famiglia, l’ex consigliere regionale Mimmo Crea, condannato in via definitiva a 7 anni e 6 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Tornato da qualche tempo a piede libero per avvenuta espiazione pena, l’ex politico si è visto restituire la villa di famiglia ad Annà di Melito Porto Salvo dai giudici della Suprema Corte, che hanno solo in parte confermato la sentenza emessa dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale e parzialmente confermata dalla Corte d’appello. Crea rimane un soggetto socialmente pericoloso e per questo sottoposto alla sorveglianza speciale, ma può tornare in possesso della sua storica villa perché – come sostenuto dai suoi legali – è stata acquistata con i proventi della sua attività di medico.
Subentrato in consiglio regionale dopo l’omicidio del collega di partito Francesco Fortugno, Crea è stato arrestato nel gennaio del 2008 perché accusato di aver «avvantaggiato un’associazione di tipo mafioso, sodalizio articolato nel basso versante jonico tra la potente cosca Morabito-Zavettieri di Africo e Roghudi, con le cosche Cordì di Locri e Talia di Bova Marina», per i pm Crea era il «diretto referente dei clan mafiosi, al centro di un ramificato sistema di gestione affaristica».
Al centro dell’inchiesta erano finiti gli intrecci tra politica e ‘ndrangheta nella gestione del settore della sanità nel Reggino che per Crea, si era convertito in una fonte di guadagni da capogiro, grazie anche agli accordi stretti con i clan, che alle elezioni regionali proprio su di lui avevano puntato per le consultazioni del 2005. Elemento centrale del complesso sistema messo in piedi da Crea, la clinica Villa Anya che per i pm «oltre a costituire un proficuo bacino di affluenza di introiti elevatissimi, rappresenta lo strumento indispensabile, nell’ottica del politico Crea, per l’elargizione (e la restituzione) di favori e per la raccolta di consensi elettorali».
a.c.
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