COSENZA «Non esiste alcuna truffa perché i corsi di formazione si sono tenuti regolarmente». Dopo tre giorni intensi si sono concluse le arringhe delle difese che hanno preso il via dopo la requisitoria del pm della Procura di Cosenza Giuseppe Cozzolino che ha già chiesto la condanna per quasi tutti gli imputati del processo “Promoteo”. Si tratta dell’inchiesta scaturita da un’operazione della Guardia di finanza. I finanzieri di Amantea nel marzo del 2012 denunciarono alla Procura della Repubblica di Cosenza tantissime persone per truffa e malversazioni ai danni dello Stato. E, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, sequestrarono un conto corrente con la somma di circa 180mila euro.
Gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Cozzolino, hanno preso in esame i corsi per la formazione professionale finanziati con fondi del Por Calabria 2000/2006, organizzati da una società cosentina, in favore del personale dipendente di 57 imprese operanti nella provincia. La società finita nel mirino degli inquirenti è la “Promoteo” – da qui il nome del procedimento – e le indagini avrebbero consentito di accertare che i corsi di formazione, organizzati per 136 calabresi, tutti titolari di contratti di lavoro a tempo determinato, non sarebbero mai stati realizzati. Il collegio difensivo ha passato in rassegna le posizioni di tutti gli imputati e tutti i singoli episodi contestati respingendo totalmente l’impianto accusatorio. Il giudice Francesca De Vuono ha aggiornato il processo al prossimo 19 dicembre quando dopo eventuali controrepliche il giudice si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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