LAMEZIA TERME Si potesse ipotizzare una copertina come quella di Time, l’uomo del giorno (forse del mese) sarebbe Renato Caruso, nuovo “padrone” – con una società di cui detiene il 90% – dei cieli calabresi. Sbucato all’improvviso – non si era mai interessato dell’aeroporto di Lamezia Terme – l’imprenditore nel settore delle slot machine ha trovato il modo di sfruttare i provvidenziali problemi tecnici della Provincia di Catanzaro e del Comune del capoluogo, proponendosi di versare un milione di euro in contanti. Grossa cifra, a queste latitutini, che gli consentirebbe di diventare il primo azionista della Sacal in un momento strategico per il futuro della società. Ci sono pacchi di fondi comunitari in arrivo per rifare l’aerostazione e una gara che potrebbe trasformare la “ditta” nel gestore non di uno ma di tre scali calabresi. Insomma, mettendo tutto insieme – la capacità di infilarsi negli spazi lasciati aperti dagli enti locali, la disponibilità economica e il tempismo – forse Caruso su quella ipotetica copertina sarebbe addirittura l’uomo dell’anno. Anche perché un paio di ulteriori coincidenze potrebbero spingerlo ad aumentare la sua già ragguardevole quota. Ma andiamo per gradi. Iniziamo da come nasce la scalata alla Sacal.
LA SCALATA Caruso vuole mettere le mani su sulle quote azionarie inoptate dalle società Aeroporti di Roma e Banca Carime, e da Comune e Provincia di Catanzaro, arrivando a controllare circa il 20% della spa che si deve ricapitalizzare. L’imprenditore che guida la Eurobed è un privato che non ha mai avuto una partecipazione in Sacal. Per entrare cerca, dunque, una strada alternativa. Gliela offre la Tripodi, una ditta individuale notissima a Lamezia Terme: per circa 70 anni ha avuto la concessionaria esclusiva della Fiat, prima di cederla al gruppo Perri. Tripodi, che ha una piccola quota nella società aeroportuale (lo 0,3%), diventa una società in accomandita: il 10% resta allo storico titolare, Caruso entra con il 90% e guida l’operazione di acquisizione delle quote. È lui ad accaparrarsele, non la Provincia e il Comune di Catanzaro, che pure avevano predisposto gli atti necessari a versare il milione di euro. Solo predisposti, appunto, perché un provvidenziale (sempre per il titolare di Eurobed) intoppo burocratico rende impossibile l’intervento pubblico. Ci pensa l’uomo dei videopoker, informatissimo su ciò che si muove dalle parti dell’aeroporto e pronto a intervenire finanziariamente. Tanto più se si pensa che erano in pochi a conoscere la possibilità di rilevare le quote inoptate, visto che non si passava attraverso un bando pubblico. Operazione perfetta, dunque. E potrebbe essere soltanto la prima parte.
LA FASE DUE Come dicevamo, Provincia e Comune di Catanzaro non riescono a intervenire in questa prima fase. Ma c’è un secondo step programmato: un ulteriore aumento di capitale in vista della costruzione della nuova aerostazione e della gara in corso per la gestione degli scali di Reggio Calabria e Crotone. I soci sborseranno altri tre milioni di euro. Una parte di questi è riservata al pubblico: il rilancio consentirà proprio agli enti guidati da Bruno e Abramo e di mantenere invariate le loro quote (rispettivamente il 19,2% e il 10%). La parte restante, però, sarà a disposizione di nuove iniezioni di capitali privati. E in prima fila, vista l’inerzia abituale degli altri soci, potrebbe trovarsi di nuovo Eurobed. Caruso, in sostanza, potrebbe rilevare la parte dei 3 milioni che Provincia e Comune di Catanzaro lasceranno “libera”. Aggiungendo così un altro tassello a una scalata che lo porterebbe oltre il 25%. Fulmineo e inaspettato, l’investimento lo trasformerebbe da imprenditore dei giochi a tycoon dei cieli calabresi. Vedremo. Intanto tutti – nelle stanze di Confindustria Catanzaro e nei Palazzi della politica regionale – si chiedono da dove arrivi e come nasca il suo interessamento per Sacal.
BRUNO: «NESSUNA NEGLIGENZA» Intanto, dal Palazzo della Provincia Enzo Bruno non vuole sentir parlare di negligenza da parte del “suo” ente. «Ricordo – spiega – che delle Province era messa in discussione finanche l’esistenza. E poi aspettavano la fine di una partita che, se non fosse andata in porto, avrebbe messo addirittura in dubbio la possibilità di chiudere il Bilancio. Ci siamo riusciti il 23 ottobre, prima sarebbe stato impossibile anche solo prevedere la cifra da destinare all’aumento di capitale». Dunque un privato molto ben informato sulla situazione della Sacal ha bruciato sul tempo il pubblico: «Più volte abbiamo chiesto al consiglio d’amministrazione di differire la scadenza per il versamento a novembre. Purtroppo quando abbiamo recuperato le somme l’imprenditore era già arrivato. Ma è stato soltanto un problema tecnico. Non c’è altro».
LA STORIA DI EUROBED C’è, però, il caso di un imprenditore che passa in un baleno dallo zero al 20% delle quote del primo aeroporto calabrese. Che forse ne gestirà altri due e prevede di intercettare decine di milioni di euro di fondi europei. Un ottimo affare in prospettiva, dal costo immediato di un milione di euro. Tutti sulle spalle di Eurobed. L’azienda – opera principalmente al centro e al sud-Italia, con operatività diretta in Toscana, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia – si occupa da oltre quarant’anni di produzione, commercializzazione e gestione di apparecchi automatici e semi-automatici da intrattenimento. Prima juke-box, calciobalilla e flipper. Poi, alla fine degli anni 60, inizia la produzione di piccoli distributori di premi e chewing-gum. Infine videogiochi e macchine a premio. Condite da qualche piccolo problema di bilancio, poi risolto. Ma sembra una vita fa. Ora si punta molto più in alto.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
x
x