CATANZARO Gianfranco Scarpelli, in qualità di presidente della società italiana di Neonatologia per la Calabria chiede al presidente Oliverio e al dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria di adottare tutti gli adempimenti previsti per rendere possibile anche in Calabria a tutti i nuovi nati l’esecuzione del test di screening che scopre alla nascita 40 malattie metaboliche. «Il test – spiega Scarpelli in una nota –, che si esegue con una semplice goccia di sangue entro le prime 72 ore di vita del bambino, permette di individuare precocemente una malattia metabolica congenita in modo da poter iniziare subito la cura adatta, che a volte può essere anche soltanto una dieta speciale, in modo da evitare o limitare conseguenze che possono provocare in alcuni casi disturbi neurologici permanenti o disabilità gravi, o anche salvare la vita del bambino. Infatti – spiega la nota – è entrato in vigore dal 15 novembre 2016 il decreto del ministero della Salute sullo screening neonatale per la diagnosi precoce di malattie metaboliche ereditarie che consente di dare avvio allo screening su tutto il territorio nazionale con modalità uniformi essendo tale provvedimento finanziato con 25 milioni di euro assegnati a tutte le Regioni. La legge 167/2016 permetterà di fare un ulteriore passo in avanti in quanto prevede l’inserimento dello screening neonatale nei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) così da poterlo garantire a tutti i nuovi nati. L’obiettivo è quello di evitare che a seconda di dove si nasce chi ha una malattia metabolica ereditaria può avere una vita quasi del tutto normale o una vita di disabilità e di sofferenza. Sicuramente in Calabria non sarà accettabile alcuna disparità di trattamento e per tale motivo è necessario garantire nei tempi previsti dalla legge a tutti i neonati lo stesso diritto alla prevenzione al fine di consentire diagnosi precoci e un tempestivo trattamento delle patologie».
«Per tale motivo – prosegue la nota – in questa fase in cui si sta discutendo la proposta di rinnovo della convenzione con l’ospedale Bambino Gesù sarebbe opportuno e necessario un coinvolgimento della Società italiana di Neonatologia e di Pediatria al fine di poter affrontare tutta la problematica della diagnosi e cura delle malattie ereditarie e rare per le quali in Calabria esistono gravi difficoltà diagnostiche per l’impossibilità di poter eseguire test altamente specialistici. I neonatologi della Calabria – conclude la nota – chiedono con forza un impegno concreto ed inderogabile da parte delle istituzioni competenti al fine di rendere possibile anche in Calabria l’esecuzione dello screening neonatale allargato nel più breve tempo possibile, in quanto ogni momento è prezioso trattandosi di uno strumento di prevenzione che può salvare la vita di tanti bambini calabresi che ancora una volta hanno gli stessi diritti di tutti i bambini nati in Italia».
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