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Decapitata la cosca Bonavota, sei fermi – I NOMI

CATANZARO Sei provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei Bonavota, attiva nei …

Pubblicato il: 14/12/2016 – 7:10
Decapitata la cosca Bonavota, sei fermi – I NOMI

CATANZARO Sei provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di esponenti apicali della famiglia ‘ndranghetista dei Bonavota, attiva nei comuni del Vibonese di Sant’Onofrio e Maierato. E’ il bilancio di un’operazione congiunta dei carabinieri di Vibo Valentia e Roma con la quale si ritiene di aver ‘decapitato’ la cosca Vibonese con ramificazioni nella Capitale. I sei sono ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di: omicidio; detenzione e porto di armi comuni e da guerra; danneggiamento; estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso. Le indagini hanno consentito di individuare mandanti ed esecutori materiali di due omicidi avvenuti nel vibonese nel 2004.
Secondo gli investigatori è stata fatta luce su dinamiche criminali, coincidenti con l’ascesa della famiglia dei Bonavota, da cui sono scaturiti i due gravi fatti di sangue del Vibonese. Ma anche, sono stati individuati mandanti ed esecutori materiali, riconducibili alla famiglia dei ‘Bonavota’, dei danneggiamenti mediante esplosione di colpi di arma da fuoco avvenuti a Maierato nel 2004 all’azienda ‘Callipo Conserve Alimentari S.p.a.’ e nel 2016 al complesso residenziale ‘Popilia Country Resort’.

I FERMATI Sono Domenico, Pasquale e Nicola Bonavota, Onofrio Barbieri, Giuseppe Lopreiato, e Domenico Febbraro le persone fermate nell’ambito dell’operazione “Conquista” condotta stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Tra le sei persone raggiunte dai provvedimenti ci sarebbero mandanti ed esecutori di due omicidi compiuti nel vibonese nel 2004 e di altrettanti episodi di danneggiamento, a colpi di armi da fuoco, ai danni delle aziende dell’imprenditore Filippo Callipo avvenuti nel 2004 e nel 2016.

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