RENDE Per i membri del coordinamento cittadino del Nuovo Centrodestra di Rende parlare di “città unica”, e progettare la fusione di Comuni in una unica area urbana, lo si può fare solo non prescindendo da tre aspetti basilari. «Il primo aspetto – spiega l’Ncd rendese – riguarda l’iter burocratico-amministrativo, ossia per rendere fattibile in modo concreto la realizzazione di un’area urbana unificata è necessario prima di tutto procedere con la modifica della Legge Regionale sull’unione dei Comuni. I sindaci delle città interessate alla fusione devono, dunque, chiedere alla Regione Calabria di modificare tale legge e solo dopo modifica allora si può procedere in questa direzione».
«L’altro aspetto che non si può tralasciare nel discorso progettuale della “città unica” – proseguono gli alfaniani – è l’inclusione del Comune di Montalto Uffugo. Mentre, infatti, i tavoli tecnici, gli incontri, le riunioni per concretizzare l’idea di Area Urbana si intensificano sempre più, l’Ncd rendese evidenzia l’esclusione a questi stessi tavoli dell’Ente comunale montaltese. Eppure non si può pensare assolutamente di fare un’area urbana unica senza Montalto, mortificando lo stesso territorio che, al contrario, ha grandi potenzialità territoriali, demografiche, storiche e culturali, nonchè confinante con la Città di Rende. Ragion per cui, il Comune di Montalto è parte integrante dell’area urbana unificata e di conseguenze deve essere necessariamente inglobato nell’unione. Ed ancora, la fattibilità del progetto della “città unica” deve essere condivisa e partecipata con i cittadini. Questo è il terzo aspetto più importante e decisivo, sul quale i membri dell’Ncd pongono la loro attenzione per la fattibilità del progetto stesso. Non basta la decisione dei sindaci e dei segretari comunali per sancire un traguardo così importante, qual è la fusione tra Comuni. Noi a Rende, infatti, siamo arrivati alla vittoria dell’attuale amministrazione, facendo leva sul nostro punto cardine del cambiamento, puntando sulla democrazia e sulla partecipazione dei cittadini nelle scelte della gestione pubblica, dando un taglio netto col passato, dove, invece, le scelte venivano fatte senza nessuna consultazione popolare».
«È proprio su queste basi – continua la nota di Ncd – che dobbiamo andare avanti, senza ricadere in errori passati, e quindi chiediamo al sindaco Manna che si cambi rotta e che la decisione spetti esclusivamente alla cittadinanza, perché è ai cittadini che bisogna dare la parola e far esprimere democraticamente la loro volontà sull’unione. I sindaci e i partiti possono dare solo indicazioni ma il progetto va realizzato con la piena consapevolezza della cittadinanza. Infatti, cosi come ha insegnato il referendum ultimo sulla modifica costituzionale, che ha bocciato sonoramente, con percentuali altissime, il metodo delle scelte arroganti e verticistiche fatte nei palazzi, e senza il coinvolgimento dei cittadini, i quali, al contrario, sono proprio loro i protagonisti del cambiamento, come in questo caso quello di cancellare i loro tratti identitari, con la propria storia e le proprie tradizioni culturali e sociali. Solo così la “città unica” diventa una realtà, in cui il termine democrazia partecipata, così tanto decantata, non resti nelle parole ma si traduca in fatti».
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