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Pd in bilico, salta la direzione regionale

LAMEZIA TERME Con un’assemblea nazionale convocata per domenica per decidere sul destino del partito sarebbe stato troppo rischioso avventurarsi, a stretto giro, in riunione dei quadri regionali d…

Pubblicato il: 15/12/2016 – 11:56
Pd in bilico, salta la direzione regionale

LAMEZIA TERME Con un’assemblea nazionale convocata per domenica per decidere sul destino del partito sarebbe stato troppo rischioso avventurarsi, a stretto giro, in riunione dei quadri regionali dagli esiti incerti. E così Ernesto Magorno ha deciso di rinviare sine die la direzione regionale del Pd calabrese inizialmente annunciata per lunedì 19. La riunione era stata convocata per procedere ad un’analisi del voto referendario, che in Calabria ha visto il fronte del No arrivare a sfiorare il 70 per cento dei consensi e ha registrato un’altra importante battuta d’arresto per i dem dopo la sconfitta alle amministrative di Cosenza e Crotone.
Non se ne farà nulla, invece, e ciò in attesa delle determinazioni di Matteo Renzi. L’ex premier non ha ancora deciso da che parte fermare il pendolo della resa dei conti interna. In queste ore, tra i suoi, è prevalente l’idea che il segretario all’assemblea del Pd all’Hotel Parco dei Principi di Roma, non lanci nessun congresso anticipato. La road map che circola in queste ore tra i renziani di ferro è la seguente: elezioni a giugno, referendum sul Jobs act rimandato al 2018 (sempre che la Corte costituzionale ammetta il quesito) e, soprattutto, congresso nazionale del Pd a scadenza naturale: novembre 2017.
Prima del voto, insomma, si terrebbero solo le primarie per la scelta del candidato premier. Quanto alla coalizione, si ragiona su allargamento a sinistra verso chi, Pisapia e Cuperlo, hanno votato Sì al referendum del 4 dicembre.
Ma sono tutti ragionamenti che devono riscontro nella realtà. Sullo sfondo resta pure la possibilità di una scissione, considerati i rapporti ridotti ai minimi termini tra renziani e minoranza interna. A questi ragionamenti guardano Magorno e soci. E tra i sostenitori calabresi del leader dem cresce la voglia di provare a fare corsa autonoma rispetto al Pd. Un’ipotesi che trova conforto in un recente sondaggio di “Porta a porta”: un eventuale “partito di Renzi” si attesterebbe su percentuali decisamente maggiori rispetto a quelle di un “Pd senza Renzi”. Sia per Ipr che per Tecné il Pd attualmente è al 30 per cento. Un “partito di Renzi” avrebbe il 21 per cento per Ipr e il 19 per cento per Tecné, mentre il “Pd senza Renzi” si fermerebbe all’11 per cento per Ipr e al 14 per cento per Tecné. «Adesso, dopo la batosta al referendum, si tratta di capire se il Pd ha ancora ragione di esistere», confessa uno dei big calabresi. Una profezia funesta, ma forse nemmeno così tanto.

an. ri.

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