SIDERNO Costringevano ragazze dell’Est europeo a prostituirsi nei pressi delle stazioni ferroviarie della Locride. Con l’aggravante per chi non obbediva delle minacce alle donne arrivate in Italia con la falsa promessa di un lavoro. L’operazione denominata appunto “Stazione a luci rosse” i carabinieri della compagnia di Locri hanno smantellato un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione. Quattro le persone destinatarie di ordinanza di custodia cautelare – emessa dal gip del Tribunale di Locri, Capitò – di cui due si sono rese irreperibili. In particolare le manette sono scattate per Francesco Oppedisano, 35enne disoccupato con precedenti penali nato a Locri ma residente a Siderno, e per Giovanni Macrì, 57enne disoccupato di Siderno. Mentre sono sfuggiti alla cattura due persone – una donna e un uomo – entrambi di nazionalità romena. L’attività d’indagine è stata condotta dai carabinieri di Siderno e coordinata dal sostituto procuratore, Rosanna Sgueglia. Da quanto emerso dalle indagini, i reati sarebbero stati commessi tra giugno 2015 e settembre 2016 tra i comuni di Siderno, Locri e Bovalino.
NELLA MORSA DEGLI AUGUZZINI Secondo quanto emerso dalle indagini, Oppedisano avrebbe sfruttato delle giovani ragazze dell’est Europa, rumene, bulgare e moldave, arrivate sul territorio nazionale con false promesse per poi essere costrette a prostituirsi nelle vie adiacenti le Stazioni ferroviarie di Siderno, Locri e Bovalino.
In particolare l’uomo avrebbe messo in contatto i clienti con le donne che svolgevano attività di meretricio, custodiva gli effetti personali delle stesse mentre le donne stavano in compagnia dei loro clienti, rimaneva nei paraggi della zona ove le prostitute esercitavano il meretricio, pronto ad intervenire in caso di problemi tra le stesse prostitute ed i clienti e mettendo a disposizione il suo cellulare per fare contattare i clienti delle meretrici.
I due rumeni, in concorso fra loro, con violenze consistite in brutalità, percosse e minacce di morte, nonché trattenendo i documenti di alcune donne, le controllavano a distanza nel luogo dove svolgevano l’attività di meretricio, prendendo contatti diretti con i clienti, dando disposizioni circa la somma da richiedere quale controprestazione per i rapporti sessuali e percependo i proventi; con l’aggravante di aver commesso il fatto con violenza, minaccia, ai danni di più persone e di minori di 21 anni.
Mentre Macrì è invece gravemente indiziato, in concorso con l’altro italiano, di aver favorito la prostituzione di diverse donne straniere. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo sarebbe stato presente nei paraggi della zona dove le prostitute esercitavano il meretricio. Inoltre sarebbe stato pronto ad intervenire in caso di problemi tra le stesse prostitute ed i clienti e le avrebbe accompagnato talvolta le donne, con la propria autovettura, sul “luogo di lavoro”.
UNA RAGAZZA COSTRETTA AD ABORTIRE La rumena, attualmente ricercata, è indagata anche per aver costretta una giovane connazionale ad interrompere la gravidanza. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nel luglio del 2012 la donna avrebbe costretto con minacce e violenza una ragazza a recarsi all’ospedale di Locri per interrompere la gravidanza giunta alla decima settimana. In quell’occasione la rumena sfuggita alla cattura avrebbe inveito contro la sua connazionale – «sei incinta ti picchio» -, nonché l’avrebbe accompagnata all’ospedale per farla abortire.
VIDEORIPRESE E PEDINAMENTI Le attività di indagine dei carabinieri di Siderno sono state svolte nel corso di oltre un anno. I militari per ricostruire quanto stava accadendo attorno ad alcune stazioni ferroviarie della Locride hanno effettuato mirate intercettazioni telefoniche ed ambientali utilizzando anche video-riprese, hanno raccolto una serie di elementi che hanno delineato un quadro probatorio che ha consentito di ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei quattro indagati.
Oppedisano e Macrì, a conclusione dell’attività investigativa ed espletate tutte le formalità di rito, sono stati tradotti rispettivamente presso il carcere di Locri e presso la propria abitazione a disposizione della competente autorità giudiziaria.
Nel corso dell’attività sono state censite oltre una dozzina di giovani donne di origine rumena, bulgara e moldava per le quali la polizia giudiziaria operante proporrà provvedimenti amministrativi tali da non consentire loro il rientro nei comuni di Siderno, Locri e Bovalino, interessati dell’operazione “Stazioni a Luci Rosse”.
r.d.s.
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