LAMEZIA TERME Per la scalata privata della Sacal non ci sono problemi. A parte il fatto che Aeroporti di Roma, si astiene (assieme a Banca Carime) – nel voto che benedice l’acquisto di azioni per un milione di euro da parte di un “nuovo” socio – «dichiarando che si riserva qualsiasi azione ex articolo 2408 del Codice civile». I padroni dei cieli della Capitale decideranno se investire il Collegio dei revisori dei conti riguardo al passaggio delle quote alla “Lamezia Sviluppo sas di Antonino Tripodi”, società in cui la parte del leone la gioca Renato Caruso, l’imprenditore (titolare di Eurobed) con interessi nel settore delle slot machine che è entrato di prepotenza nella squadra che gestisce l’aeroporto di Lamezia. Da zero al 22% delle quote in due mosse: prima acquisendo il 90% della società titolare dello 0,3% e poi appropriandosi, con un versamento di circa un milione di euro, delle quote inoptate “abbandonate” (per ragioni di bilancio) dalla Provincia e dal Comune di Catanzaro.
Il Corriere della Calabria è in grado di ricostruire quello che è accaduto nell’assemblea straordinaria del 6 dicembre che ha “accolto” Caruso tra i soci con una percentuale ragguardevole. Passaggio avvenuto non senza che fosse manifestata (non da tutti i presenti) qualche perplessità.
Intanto, però, di nuovo ci sono le parole dei protagonisti della mancata sottoscrizione delle quote. Esordisce il Comune di Catanzaro. Parla l’assessore Filippo Mancuso. E spiega che l’amministrazione potrà avere la disponibilità delle somme necessarie ad acquistare le quote «solo entro il 28 febbraio 2017», dunque chiede di votare per una riapertura dei termini fino a quella data. Poi va via e lascia Paolo Abramo a rappresentare Palazzo de Nobili. La questione rimane in famiglia, come se si trattasse di una riunione condominiale: Paolo è il fratello di Sergio, sindaco del capoluogo. Nella riunione che segna, almeno in parte, il futuro del più grande scalo calabrese, si prova a fare il punto: sia Comune che Provincia vorrebbero sottoscrivere l’aumento di capitale, ma per il momento non possono.
Alfio D’Urso, docente di Diritto commerciale dell’Università di Catanzaro, spiega che non ci sono per la riapertura dei termini chiesta dagli enti pubblici. Rispetto «alla sottoscrizione e al versamento da parte di “Lamezia Sviluppo”», invece, «ritiene che la stessa può essere presa in considerazione secondo le norme statutarie solo se rispettosa dei previ procedimenti di prelazione e di gradimento della società poiché il conferimento potrebbe mascherare una vendita». È un dubbio anche questo, spetta all’assemblea scioglierlo.
È Renato Caruso a rappresentare “Lamezia Sviluppo” in assemblea. Dice che «l’aumento di capitale sociale deliberato dall’assemblea straordinaria della società il 18 dicembre 2015 si è concluso avendo la società sottoscritto il capitale sociale rimasto inoptato e dichiara che non ha nulla da obiettare all’esigenza espressa dal Comune di Catanzaro e dall’amministrazione provinciale di Catanzaro di sottoscrivere un ulteriore aumento di capitale sociale loro riservato».
Abramo, da parte sua, chiede di verificare la regolarità della delega rilasciata da Tripodi a Caruso e ricorda che ci sono delle «precauzioni» da rispettare nel caso di ingresso di nuovi soci, cioè «i limiti statutari di prelazione e gradimento».
Per Francesco Grandinetti, ex consigliere comunale di Lamezia, il gradimento non sarebbe «necessario». Il sindaco della città della Piana, invece, approfondisce la questione dal punto di vista legale. Paolo Mascaro «fa notare che se l’atto di conferimento effettuato dal signor Antonino Tripodi simulasse una vendita, solo il giudice potrebbe dichiarare gli effetti dissimulati. Per di più una eventuale delibera oggi sull’argomento posto all’ordine del giorno rischierebbe di essere pericolosa per la società che potrebbe essere coinvolta in un dannoso contenzioso che il Comune di Lamezia Terme quale socio non ha alcun interesse che si intraprenda, e ritiene altresì che il consiglio di amministrazione non poteva non consentire l’iscrizione nel libro soci della società “Lamezia Sviluppo S.a.s.”». Meglio proseguire, insomma.
Stesso concetto espresso, in un passaggio molto più rapido, dal presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno. Bruno conferma la volontà di effettuare la sottoscrizione e il versamento dell’aumento di capitale sociale, «avendo oggi la disponibilità delle necessarie somme», e «dichiara di non voler arrecare pregiudizi alla medesima società». Un posizione apprezzata da Renato Caruso, che «invita tutti a partecipare alla capitalizzazione della società».
Le due ore e 40 minuti di interruzione (dalle 16,20 alle 19) servono al professor D’Urso per stendere un testo da rimandare a una nuova assemblea straordinaria. Il documento illustra i passaggi necessari «per consentire agli enti pubblici soci il mantenimento collettivo del controllo della società». E prevede di «aumentare l’ammontare dell’aumento da 5.156.558 euro a 8.156.558, riservando, comunque, alla sottoscrizione dei soci enti pubblici una parte dell’aumento complessivo, comprensivo di quello già deliberato, fino ad euro 3.441.669». In attesa delle nuove sottoscrizioni, la scalata passa con i voti di tutti. Tranne di Aeroporti di Roma e Ubi Banca Carime.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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