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Operai feriti da un ordigno bellico, i sindacati: «Si pensi alla sicurezza»

FABRIZIA Cinque lavoratori dell’Azienda Calabria Verde sono stati feriti dall’esplosione di un ordigno bellico in località Santa Maria di Cropani, tra i Comuni di Fabrizia e Mongiana, sulle Serre v…

Pubblicato il: 17/12/2016 – 11:08
Operai feriti da un ordigno bellico, i sindacati: «Si pensi alla sicurezza»

FABRIZIA Cinque lavoratori dell’Azienda Calabria Verde sono stati feriti dall’esplosione di un ordigno bellico in località Santa Maria di Cropani, tra i Comuni di Fabrizia e Mongiana, sulle Serre vibonesi. Lo rendono noto i segretari regionali della Flai Cgil, della Fai Cigli e della Uila Uil (rispettivamente Santino Aiello, Michele Sapia e Nino Merlino). I sindacati esprimono solidarietà nei confronti dei lavoratori feriti «mentre erano impegnati a compiere il loro dovere, come ogni giorno, contrariamente ai tanti luoghi comuni che tendono a dipingerli, nel migliore dei casi, come poco inclini al lavoro».
«È amaro constatare ancora una volta – scrivono Aiello, Sapia e Merlino – come spesso un’attività svolta con abnegazione a favore di tutti i cittadini e per portare a casa un pezzo di pane, frutto di un onesto lavoro, finisca per trasformarsi in una possibile trappola mortale. Il sindacato non è alla ricerca di qualcuno da colpevolizzare a tutti i costi, anche perché dalle notizie ancora frammentarie che circolano, pare che il residuo bellico della seconda guerra mondiale, interrato, proprio sotto il fuoco acceso dagli operai per bruciare le sterpaglie ivi raccolte, non fosse visibile, quindi nessuno poteva prevedere e prevenire quello che è successo. Tuttavia, non si può non sottolineare come il problema della sicurezza negli ambienti di lavoro, malgrado gli sforzi fatti, resta una questione serissima nel nostro Paese».
I sindacati si chiedono come sia possibile «che con le tecnologie di cui oggi il mondo dispone non si trovino le risorse, a fronte di tanti sprechi, a oltre settanta anni dalla fine dell’ultima guerra, per bonificare il territorio, salvaguardando l’incolumità dei cittadini, così come è stato fatto in altri Paesi colpiti da quegli avvenimenti bellici».
«Il sindacato – si chiude la nota – pretende che nel nuovo Contratto integrativo regionale di categoria la sicurezza abbia un posto di rilievo, non solo a parole, ma concretamente, con risultati verificabili e misurabili con un continuo monitoraggio affidato ad esperti del settore indipendenti. Deve essere prevista ogni possibile forma di tutela dai rischi e forniti tutti gli strumenti utili ai lavoratori per proteggersi, evitando che il lavoro si trasformi in tragedia per loro, in dramma per le loro famiglie, in dolore e in costi per la società».

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