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Duplice omicidio a Lamezia, 5 in manette – I NOMI

LAMEZIA TERME Sedici anni dopo il delitto, avrebbero un nome mandanti ed esecutori degli omicidi di Pasquale Izzo, 43 anni, e Giovanni Molinaro, 26, assassinati nel 2000 in un bar di Lamezia Terme….

Pubblicato il: 19/12/2016 – 7:11
Duplice omicidio a Lamezia, 5 in manette – I NOMI

LAMEZIA TERME Sedici anni dopo il delitto, avrebbero un nome mandanti ed esecutori degli omicidi di Pasquale Izzo, 43 anni, e Giovanni Molinaro, 26, assassinati nel 2000 in un bar di Lamezia Terme. La squadra mobile di Catanzaro, su ordine della Dda di Catanzaro, ha arrestato cinque persone.
Si tratta di Aldo Notarianni, 51 anni; Giovanni Notarianni, detto Gianluca, di 45; Antonio Villella, detto Crozza, di 40 anni; Vincenzo Torcasio, di31 anni; Pasquale Gullo, di 45. Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di duplice omicidio aggravato dalle modalità e dalle finalità mafiose.
Le indagini, svolte della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, colpisce esponenti di spicco dell’allora cosca unitaria della ‘ndrangheta lametina facente capo alle famiglie Torcasio-Cerra-Giampà e si sono avvalse delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Giampà, Angelo Torcasio, Pasquale Giampà, Pasquale Catroppa e Gioacchino Marco Macrina.
L’omicidio sarebbe da inquadrare nella sanguinosa faida che sconvolse la città calabrese in quegli anni. Secondo gli inquirenti, Nino Torcasio e Pasquale Giampà, detto “Boccaccio”, capi della cosca Cerra-Torcasio-Giampà di Lamezia Terme, unitaria prima della scissione fra i Torcasio ed i Giampà, commissionarono l’uccisione di Pasquale Izzo, ritenuto affiliato al clan avversario degli Iannazzo, al fine  di vendicare l’assassinio di Giovanni Torcasio, ucciso nella cruenta faida lametina.
Il delitto fu preceduto da vari incontri con gli affiliati più rappresentativi della cosca, tra i quali Aldo Notarianni, Giuseppe Giampà, Giovanni Notarianni, Antonio Villella, Pasquale Gullo e Vincenzo Torcasio. Dell’omicidio sarebbero stati incaricati Aldo Notarianni, Maurizio Giampà, Giuseppe Giampà, Antonio Villella e Giovanni Notarianni detto Gianluca.
Quest’ultimo sarebbe l’esecutore materiale, mentre Maurizio Giampà, nel frattempo deceduto, sarebbe stato il conducente dell’autovettura utilizzata dal commando. L’agguato avvenne il 6 dicembre del 2000. Molinaro fu ucciso, secondo la ricostruzione investigativa, perché si trovava occasionalmente in compagnia del bersaglio del killer in un bar di via del Progresso.
Minuziosa la ricostruzione delle fasi del duplice omicidio fatta dagli inquirenti, secondo cui Notarianni e Maurizio Giampà, intorno alle 20 del 6 dicembre del 2000, dopo aver ricevuto l’arma da Giuseppe Giampa’ e l’autovettura da Antonio Villella, raggiunsero il bar, in quel momento assai frequentato, dove era stata segnalata la presenza di Izzo. Entrato all’interno del locale, Notarianni sparo’ quattro colpi di revolver contro la vittima predestinata ed uno contro Molinaro, che in quel momento si trovava insieme al primo, uccidendo entrambi. I due raggiunsero, subito dopo, il luogo designato per lo scambio di macchina dove furono prelevati da Giovanni Notarianni detto Gianluca, che, dopo aver incendiato il veicolo utilizzato, li portò lontano dal luogo del delitto. Pasquale Gullo è stato rintracciato nella sua abitazione a Lamezia, mentre agli altri indagati il provvedimento restrittivo è stato notificato nella case circondariali dove già si trovavano per associazione mafiosa e, per quanto riguarda Aldo Notarianni, anche per un altro omicidio. 

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