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Tutti a salire sul carro dei vincitori

Di tutto e di più ed ancora di più. È mai possibile? La campagna elettorale non era finita? No. Adesso è peggio di quei giorni del batticuore. Ed ognuno, a giusta ragione, a proporre i propri orien…

Pubblicato il: 19/12/2016 – 10:20

Di tutto e di più ed ancora di più. È mai possibile? La campagna elettorale non era finita? No. Adesso è peggio di quei giorni del batticuore. Ed ognuno, a giusta ragione, a proporre i propri orientamenti che, secondo i risultati, sono stati quasi sempre improntati al Renzi sì o al Renzi no. Adesso che il No ha vinto, tutti a “sbafungiare” come direbbe il mio amico e collega Giampiero De Maria. A parlare ed ancora parlare e non sempre per giusta causa.
Dal fronte dei vincitori, ad esempio, il migliore argomento, scritto e parlato, è: «questo Parlamento è incostituzionale, al voto, al voto. Renzi a casa. Per poi aggiungere : per fare il governo toccava a Renzi e al Pd».
Ma come, viene da dire, Renzi ed il governo erano incostituzionali per le riforme e adesso sono legittimati per farle? Mah! Il dibattito di queste ore è quindi basato sul cosa fare, Gentiloni è uguale a Renzi: gli scalda il posto. In molti, tra quelli del No, avevano certezze che ora sembrerebbero essersi dissolte come neve al sole!
Per il fronte del Sì, a parte poche parole poi, affidate ad una nota stampa del segretario regionale Ernesto Magorno, ed in attesa di una riunione di direzione,immancabilmente rinviata. I piddini hanno bocca e mani attaccate con l’attak. Scena muta. Eppure ne avrebbero di cose da dire e chiarire, a cominciare dal fatto che sui social imperversano non più sospetti ma prove sul fatto che in molti, tra esponenti e leader calabresi senza carisma del Pd, abbiano votato e fatto votare, nel segreto più rigido, No, mentre di fronte a Renzi a Reggio e nelle riunioni ufficiali si erano impegnati, giusto per dovere di ruolo, a votare e far votare Sì. Personalmente ho ricevuto tanti messaggi, anche con nomi. Intanto adesso, tra giornalisti e non solo, imperversa la salita, pur con cautela, sul carro del vincitore, in attesa della assemblea e, quindi, di riposizionamento.
Insomma, per adesso, solo la “firma-prenotazione” per un cambio di casacca. Mentre a Reggio, in particolare di fronte a Renzi o a Cosenza di fronte alla Boschi, tutti a sbracciarsi e a gridare Sì! Se poi andiamo sulle Tv, quanti giornalisti che prima del 4 dicembre si erano detti formalmente favorevoli al Sì, nei dibattiti post-voto, hanno detto ma Renzi ha sbagliato, stiamo attenti, arrivano i carri armati come nel caso di Dubceck (finanche) , ha sbagliato tutto, vada a giocare con la Playstation con i figli , lasci il Pd a noi che stiamo brindando e via di questo passo. La nota, dialetticamente e giornalisticamente, di rilievo è stata di Francesco Merlo che aveva lasciato Repubblica per approdare alla Rai. Merlo, intendiamoci, è bravissimo! Ha parlato di un Renzi di prima e di un Renzi di poi. Per dire che da rottamatore era passato a essere potente. E così, a parere dell’Editorialista rientrato a pieno titolo al giornale fondato da Scalfari e diretto, oggi, dal bravo Mario Calabresi, il premier aveva perso la simpatia che si era faticosamente conquistato. Ha ragione, secondo me, nel breve periodo, perché da presbiti si possono fare altri ragionamenti. Che fa lo stesso Merlo, quando conclude che «Renzi ha dimostrato di saper perdere, di saper essere un capo nel Paese dei maggiordomi e dei militanti ossessivi». Fino a spingersi a sostenere che quando la notte delle dimissioni, accanto ad Agnese, Renzi ha “provato” che si può vincere perdendo. Concludendo, nella notte dell’ira, che il Renzidiprima ha avuto la meglio sul Renzidipoi!
Girando per città e paesi, ho incontrato un collega, in pensione, come me anche se, a dispetto dei più, non mi sento ancora da giardinetti, un po’ più grande e non solo di età, che avevo intuito avesse votato per il No. Ci salutiamo e mi dice, con estrema franchezza, adesso sì che stiamo con Renzi! “Che avrà voluto dì”, diceva un’attrice radiotelevisiva italiana! Non me lo ha detto, preferendo darmi ragione sul fatto che «quando sei in attività conti molto, ma quando ci non sei più, cancellano finanche il numero!». E lui lo sa bene perché a tutte le ore, al suo giornale, era rincorso da politici di tutte le formazioni.
Ed Ettore Jorio, autorevole collaboratore del Corriere della Calabria, ha affermato che il referendum ha insegnato due cose. Che tutte le forze politiche concordano sulla necessità di rivedere la Costituzione e che occorra fare la legge elettorale! Per il professore Jorio, da una guerra che ha lasciato tanti morti sul campo e ferito la credibilità del Paese, «si fa fatica a vedere qualcuno oltre Renzi che possa fare le leggi richieste dal Sì e dal No!». Insomma, nessuno al di fuori di Renzi, pur sconfitto, per sua colpa, ma anche perché i suoi leader in Calabria e non solo, si sono ufficiosamente defilati, altrimenti non si spiegherebbero le percentuali di paesi e città a favore, quasi totale, del No! Tradimento, forse! Per onore di “cadreghino” e per timore di possibili non ricandidature! “Al di fuori del mio c… dove cade cade”, si diceva al mio paesello. A differenza di quanti molto legittimamente hanno votato No, purtroppo, in molti contro Renzi e non, come avrebbe dovuto essere, contro la proposta di modifica della Costituzione, sono del parere, spero altrettanto legittimamente che «niente abbia più forza della dedizione di un volontario» (dal film su Pearl Harbor) ed io mi ritengo, senza prebende dirette o indirette, un volontario di Matteo Renzi! Anche dopo la sua sconfitta. Anzi, ancor di più e non perché come dice La Stampa di questi giorni, salga la fiducia in Renzi e che, addirittura, con un suo partito prenderebbe più voti del Pd! Questo non accadrà! Della mia presa di posizione, pur essendo stato il primo ad intervistare Renzi a Diamante, in piazza di notte, prima che diventasse leader e personaggio, il capo carismatico del Pd, non sa nulla. Forse lo sanno i calabresi. Anche se fanno finta di non saperlo! Intanto spuntano come funghi Speranza(!), Rossi, Emiliano, quello delle cozze pelose, e non so chi. Tutti pronti a candidarsi alla segreteria del Pd, al posto di Renzi. È giusto, anche perché rimarranno tali. Basta saper leggere giornali e social! Ed avere un pò di nasometria!

*giornalista

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